Cashback in autostrada, in coda e rimborsati

Cashback in autostrada, in coda e rimborsati© LaPresse

Come funzione e i pro e i contro del sistema che rimborsa gli automobilisti in coda a causa dei cantieri autostradali

di Roberto Gurian

11.08.2022 ( Aggiornata il 11.08.2022 10:06 )

Non vale su tutte le autostrade bisogna attraversare un tratto gestito da ASPI

Il sistema di rimborso con l’applicazione Free To X è valido percorrendo almeno un tratto della rete autostradale gestita da Autostrade per l’Italia. Che, peraltro, copre effettivamente solo 2.855 dei 6.943 km in tutta Italia anche se, come appena scritto, è possibile avere il rimborso anche oltre i confini della gestione di ASPI. Le tratte rimborsabili sono elencate a parte ed è necessario attraversarle. Sono escluse autostrade importanti come la Milano-Varese, la Lainate-Ponte Chiasso e le tangenziali di Milano e Roma, per esempio. Il rimborso viene erogato solo in caso di ritardi dovuti all’attività di ASPI e quindi causati dalla presenza di cantieri di lavoro. Sono esclusi ritardi dovuti a incidenti, traffico intenso ed eventi meteorologici oltre ad eventuali occupazioni o manifestazioni sul percorso. Il sistema calcola i ritardi verificando con Google Maps la presenza di code in prossimità dei cantieri. I tempi di percorrenza, da parte loro, sono registrati automaticamente ai caselli di entrata e di uscita.

Convenienza da verificare, cifre limitate per il cashback

Limitazioni a parte, il dubbio che l’iniziativa di ASPI abbia finalità più propagandistiche che concrete lo insinua la velocità media di percorrenza stabilita al di sotto della quale scatta il rimborso. Si tratta di 100 km/h per le autovetture e 70 km/h per i mezzi pesanti, quindi medie da passo davvero lento già in partenza. Volendo fare un esempio concreto, ci possiamo riferire a un viaggio realmente effettuato a maggio da Ventimiglia alla barriera di Milano lungo la A10 e la A7 per un percorso di 282 km allora letteralmente tempestato di cantieri in galleria e lungo i viadotti. Si trattava forse uno dei tratti peggiori in assoluto da affrontare nel periodo in Italia, che ha richiesto 3 ore e 45 minuti per essere completato, con almeno quattro fermate in coda che sono durate svariati minuti. Con il tempo limite stabilito (a 100 km/h di media) di 2 ore e 49 minuti avremmo dunque accumulato un ritardo di 56 minuti. Di conseguenza avremmo avuto diritto a un rimborso del 25% sul prezzo del biglietto di 28,20 euro, ossia 7,05 euro. Per avere diritto al 50% del rimborso (14,10 euro) il ritardo avrebbe dovuto essere di almeno un’ora.

Per il rimborso completo, sempre ammesso che il sistema lo avesse verificato, sarebbero servite almeno 2 ore di ritardo. Lasciamo quindi ai lettori, in base alle cifre della tabella e alla loro frequentazione della rete autostradale, stabilire se valga la pena o meno aderire al cashback di ASPI. Noi qualche dubbio lo nutriamo, anche se poco è sempre meglio di niente, pure a costo della privacy violata.

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