La piaga del caro energia mette in ginocchio la filiera del gas naturale per autotrazione
13.09.2022 11:07
Il settore del metano per auto è a rischio collasso. Definitivo. L'allarme è lanciato da Federmetano, l'associazione di settore.
La progressione è avvilente.a settembre 2021 Federmetano lanciò il primo allarme sui prezzi di mercato del. il TTF (Title Transfer Facility) era già prossimo a 116 euro/MWh, un valore 5 volte superiore alla media degli ultimi 20 anni. Tale valore già rappresentava uno shock insostenibile per un settore caratterizzato, da sempre, da quotazioni sostanzialmente stabili.
A distanza di un anno il prezzo del gas è ulteriormente triplicato, arrivando a oltre 300 euro/MWh (15 volte il valore medio degli ultimi 20 anni). Un’escalation che ha assunto dimensioni non più contrastabili con le sole misure finora adottate.
“È il momento di dire che il settore del gas naturale/biometano per auto non ce la farà senza interventi radicali e immediati”, dichiara Dante Natali, Presidente di Federmetano, e aggiunge: “Fino a oggi abbiamo fatto l’impossibile per continuare a servire l’utenza, ma ora la situazione non è più sostenibile.
Con i prezzi al pubblico attuali, oltre il 40% degli operatori è di fatto già chiuso e altri – con il rinnovo dell’anno termico – non troveranno nemmeno un fornitore che sottoscriva un contratto di fornitura”.
“A queste condizioni non c’è futuro”, prosegue Natali, “né per le aziende che hanno investito volontariamente in nuovi punti di rifornimento di metano, né per quelle che sono state indotte a farlo per via degli obblighi dovuti al recepimento della Direttiva DAFI. Oltre un milione di utenti, per lo più proprietari a medio-basso reddito di autovetture a metano, dovranno forzatamente scegliere un altro carburante e sostituire il mezzo”.
Verrebbe meno, insomma, il contributo alla decarbonizzazione da parte del settore più concreto e promettente, che già nel 2021 ha sostituito il 30% di carburante fossile con biometano rinnovabile e che rappresenta la via più immediata per l’uso dell’idrogeno nei veicoli.
Serve un intervento a 360 gradi, dall’annullamento dei costi di vettoriamento e di quelli di sistema, all’azzeramento del contributo GFBM e l’annullamento totale dell’IVA. È necessario fare tutto quanto possibile per contenere il prezzo di vendita al pubblico e sostenere gli operatori dei distributori di gas naturale/biometano, ampiamente i più colpiti dal “caro prezzi” e dal conseguente crollo dell’erogato in questo difficile periodo.
“Le nostre ultime richieste di ulteriori misure sono rimaste inascoltate. Il Governo continua a sottovalutare un’emergenza di un settore che non ha eguali per gravità, eppure le possibilità di agire ci sono e la prossima gas release sarebbe una occasione imperdibile. Il Ministro Cingolani può allargare l’accesso anche al gas naturale per autotrazione. Questo è il momento per farlo! Ci sono in ballo 2 miliardi di metri cubi di gas “italiano” a prezzo calmierato. Chiediamo che almeno una parte venga riservata anche al nostro comparto, per evitarne la chiusura”, continua il Presidente di Federmetano.
“Non lasceremo morire – senza batterci fino in fondo – un settore nato nel 1936 per l’intuizione di una piccola officina di provincia, che decise di affrontare l’embargo sul petrolio e la penuria di benzina dell’epoca utilizzando il metano presente nella pianura padana, un settore nato dall’ingegno italiano ed esportato in tanti paesi del mondo, che oggi è in pericolo come non mai”.
Per questo Federmetano rinnova l’appello affinché sia istituito un tavolo tecnico ad hoc, un contesto esclusivo nel quale l’unico tema sia lo stato di crisi del comparto gas naturale/biometano per autotrazione, la cui situazione, ribadisce Natali, “non è quello degli altri carburanti”.
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