Opec taglia la produzione di petrolio: prezzo benzina e Diesel, cosa succede ora

Opec taglia la produzione di petrolio: prezzo benzina e Diesel, cosa succede ora

I Paesi esporattori di greggio hanno deciso di ridurre le estrazioni per aumentare il prezzo del petrolio

di Redazione

10.10.2022 ( Aggiornata il 10.10.2022 16:05 )

I costi dell'energia sono alle stelle, e quello che sta per arrivare sarà un inverno complicato per l'economia mondiale, martoriata prima della pandemia e ora dalla crisi geopolitica scatenata dalla guerra in Ucraina. In questo contesto di incertezza, negli ultimi mesi si è registrato un netto calo del prezzo del petrolio, che preoccupa i Paesi produttori di greggio. Al punto che l'Opec ha deciso di ridurre la produzione giornaliera di petrolio di due milioni di barili, il taglio più drastico dall'inizio della pandemia di Covid-19. Una decisione, quella dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, che ha suscitato le ire deglI Stati Uniti, e che rischia di rendere ancora più difficili da sostenere le spese dell'energia, in particolare per i cittadini americani ed europei.

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Opec, meno greggio per rialzare i prezzi

Gli ultimi mesi, dall'estate in poi, hanno visto un costante calo del prezzo del petrolio: se a giugno un barile di greggio valeva, secondo la quotazione Brent, oltre 122 dollari, a ottobre il prezzo è calato a circa 90 dollari. Una diminuzione che si è tradotta in una discesa anche dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa, ma che preoccupa i produttori di greggio. L'Opec, l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, e i suoi alleati, hanno infatti deciso di tagliare la produzione di due milioni di barili al giorno, proprio con l'obiettivo di fermare la discesa del valore del greggio. Era dal 2020, quando in piena pandemia la produzione venne ridotta di 10 milioni di barili, che non avveniva un taglio di entità così rilevante.

"Alla luce dell’incertezza che circonda le prospettive economiche e del mercato petrolifero globale – si legge nella nota diffusa dall'Opec - e della necessità di migliorare la guidance a lungo termine per il mercato petrolifero e in linea con l'approccio vincente di essere proattivi e preventivi, i Paesi partecipanti hanno deciso di adeguare al ribasso la produzione". Una decisione assai rilevante e in grado di influenzare l'intera economia globale: basti pensare che i Paesi Opec (14 tra cui Kuwait, Venezuela, Arabia Saudita e Iran) sono responsabili di circa il 42% della produzione mondiale di greggio.

La reazione degli Stati Uniti

A dare il più forte segnale di dissenso verso questa scelta dell'Opec è la presidenza Biden, che ha deciso di aumentare la produzione interna di greggio, diffondendo nel contempo un comunicato per esprimere preoccupazione e dissenso: Il presidente è deluso dalla decisione miope dell'Opec+ di tagliare le quote di produzione mentre l'economia globale sta affrontando il continuo impatto negativo dell'invasione dell'Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin", si legge nella nota congiunta rilasciata dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e dal direttore del consiglio economico nazionale Brian Deese.

La decisione di ridurre la produzione di petrolio rischia effettivamente portare a un importante aumento del valore del barile e, di conseguenza, un nuovo balzo in avanti dei prezzi alla pompa per i carburanti. Una notizia tutt'altro che positiva in una fase come quella attuale, in cui i costi dell'energia, gas in particolare, sono già alle stelle.

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