Porsche 911 conquista in fuoristrada il vulcano più alto al mondo

Non sarà la conquista di un "Ottomila" ma le doti di arrampicatrice dimostrate dalla Porsche 911 sono comunque degne di nota. Una squadra di tecnici, capeggiata dal pilota Romain Dumas, è partita da una 911 Carrera 4S per realizzare due esemplari di fatto prototipo e, alla soglie dei 60 anni di storia del modello (1963-2023), ha conquistato i 6.007 metri di quota dell'Ojos del Salado (Cile), il vulcano più alto al mondo.

Le sfide dell'altitudine sulla meccanica sono note. La rarefazione dell'aria, con il 50% di minore presenza di ossigeno rispetto al livello del mare, non solo condiziona pesantemente le capacità di raffreddamento ma stressa molto di più il turbocompressore.

Il turbo assicura i cavalli ma soffre

In presenza di un motore aspirato la riduzione di potenza sarebbe stata enorme, non accade allo stesso modo ai motori turbocompressi, tuttavia il turbo subisce uno stress superiore. Il motore boxer 3 litri, il sei cilindri da 443 cavalli,  è rimasto invariato rispetto all'unità di serie nell'approntare la vettura laboratorio impiegata nel test, con livrea ispirata ai colori della Porsche 963 LMDh. Un secondo esemplare avrà grafiche realizzate dai tecnici di Weissach.

Al motore è abbinato il cambio manuale 7 marce, modificato nella scalatura dei rapporti, resi più corti per superare le pendenze estreme affrontate da Dumas al volante. Altro intervento radicale, il posizionamento rialzato delle masse radianti, continuando con l'adozione di assali a portale.

4x4 da fuoristrada specializzato

La soluzione è derivata dai fuoristrada specializzati e fa sì che i semiassi non trasmettano la coppia in corrispondenza del centro del portamozzo, bensì siano installati in una posizione al di sopra del centro ruota. Questo libera centimetri utilissimi per superare gli ostacoli impervi del fuoristrada. La trasmissione della coppia alle ruote, di conseguenza, avviene mediante una cascata di ingranaggi, lato ruota, per giungere al centro del portamozzo.

È stata rialzata fino a 35 centimetri di luce libera da terra la Porsche 911 impiegata nell'avventura in alta quota. Oltre a montare gomme da fuoristrada, tassellate, si è reso necessario adattare le sospensioni e la carrozzeria per alloggiare il gruppo ruota. Quanto al sottoscocca, una piastra in composito di Aramid ha preservato la meccanica dai danni del terreno roccioso.

Carichi bilanciati con il Warp-Connecter

La scalata ai 6.007 metri ha affrontato temperature sottozero e passaggi innevati e ghiacciati. Per mordere efficacemente il terreno, Porsche ha dotato la 911 Carrera 4S di partenza del Warp-Connecter. Si tratta di un dispositivo meccanico di interconnessione tra le quattro ruote. Fa sì che, pure in presenza di ampie escursioni e articolazioni di una singola ruota, vi sia un trasferimento dei carichi sulle quattro ruote il più omogeneo possibile, così da garantire la trazione necessaria ad avanzare. Immancabile, infine, un controllo manuale del blocco dei differenziali.

Il test può considerarsi una sorta di "antipasto" a un progetto stradale che Porsche (qui trovi i modelli sul mercato dell'usato) porterà su strada nel 2023. L'attesa 911 Safari sarà una versione rialzata della coupé, assolutamente meno estrema per soluzioni e altezza da terra rispetto a quanto sperimentato per conquistare la vetta dell'Ojos del Salado.