Nel 1990 la pubblicità della 300ZX Turbo, diretta da Ridley Scott e trasmessa durante la finale del campionato di football americano, subì numerose polemiche
13.02.2023 ( Aggiornata il 13.02.2023 10:32 )
La nuova edizione del Super Bowl ha visto trionfare Kansas City su Philadelphia. Un evento, quello della finale del campionato di football americano, che da sempre mescola sport e intrattenimento. Perché la partita, spesso e volentieri, è più nota alle cronache per gli spettacoli canori durante l'intervallo o per gli spot tv che vengono proiettati in anteprima. Spot che, nella maggior parte dei casi, vedono protagoniste le auto. E che, altrettanto spesso, generano forte dibattito. Come il famoso spot Nissan diretto da Ridley Scott trasmesso nel 1990.
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Lo spot, diretto dal regista de Il gladiatore, Alien e The Last Duel, fu trasmesso durante il Super Bowl del 1990 e si intitolava Dreamer. Ambientato in una sorta di landa distopica dove alcune bande cacciano i proprietari di auto giapponesi - all'epoca il desiderio di molti automobilisti in tema di sportive -, si tratta della narrazione, in forma cinematografica, di un sogno fatto dal proprietario di una Nissan 300ZX Turbo, un individuo in crisi esistenziale e che sognava di essere inseguito e minacciato. Il narratore descrive un viaggio su una lunga strada aperta e vuota mentre è inseguito da un paio di motociclette, poi da una sorta di minacciosa auto in stile F.1 con una verniciatura nera e una misteriosa "X" sul frontale: dopo che le moto e le altre vetture non sono riuscite a fermare la Nissan, viene utilizzato un aereo per fermare in qualche modo il conducente. La 300ZX riesce però ad allontanarsi dall'aereo grazie all'intervento dei due turbocompressori: mano sul cambio, piede sinistro sulla frizione, cambiata in sesta, sgasata e via.
Il problema è che all'epoca lo spot venne contestato da gruppi come l'Insurance Institute for Highway Safety, la National Association of Governors' Highway Safety Representatives e persino dall'American Academy of Pediatrics, nonostante non fossero presenti bambini. Il motivo è che si pensava che lo spot glorificasse l'eccesso di velocità. In un certo senso è anche vero, nel senso che l'eccitazione della guida veloce e sportiva era indubbiamente parte fondamentale della sceneggiatura. Ma l'insurrezione delle associazioni di categoria apparve, e appare ancora oggi, a molti eccessiva. Chissà che nei prossimi anni Ridley Scott non intenda riproporre uno spot simile a tema automobilistico: il sospetto è che al giorno d'oggi le critiche possano essere ancora più feroci.
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