ACI: tassativo stabilire la differenza tra auto storiche e vecchie

ACI: tassativo stabilire la differenza tra auto storiche e vecchie

Il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, racconta perché il distinguo è fondamentale per una serie di motivi evidenti

di Francesco Forni

20.03.2023 ( Aggiornata il 20.03.2023 09:08 )

ACI, giustamente, insiste. È necessario fissare una precisa linea di confine tra le auto storiche, con un valore, un interesse, una cura della conservazione, e quelle che non lo sono.

Parole chiare quelle del presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, che ha chiesto di:  “stabilire, una volta per tutte, l’abissale differenza che c’è tra veicoli storici e veicoli vecchi è fondamentale”.

Damiani ha commentato i lavori del tavolo tecnico istituito in Campidoglio, dal Presidente della Commissione Mobilità di Roma, Giovanni Zannola, per dirimere la delicata questione delle deroghe ai divieti di circolazione dei veicoli storici all’interno della Zona a traffico limitato della Fascia Verde, che comprende anche il centro storico.

Potrebbe interessarti: Sticchi Damiani scrive a Gualtieri

Auto storiche, il distinguo è d'uopo

Solo così – ha spiegato il Presidente dell’ACI – eviteremo che migliaia di auto o veicoli commerciali insicuri e  fortemente inquinanti continuino ad affollare i centri storici delle nostre città, con effetti disastrosi sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente. È assurdo e incomprensibile sostenere, ad esempio, che furgoni come Scudo e Ducato o vecchi fuoristrada, che non presentano alcun interesse storico né collezionistico, possano ottenere certificazioni di rilevanza storica e aggirare, così, i divieti di accesso alle ZTL”.

A Roma quasi la metà nono sono “auto storiche”

Secondo la ‘Lista di Salvaguardia’, realizzata e costantemente aggiornata da ACI Storico – ha sottolineato il Presidente ACI – sono oltre 2.400 su 5.600 – più del 43% – le auto di nessun pregio che, senza averne alcun diritto, si fregiano del titolo di veicoli di rilevanza storica. Tutte auto che incidono pesantemente in senso negativo su mobilità, sicurezza stradale e qualità dell’aria nella Capitale”. 

È palesemente falso, inoltre – ha rilevato Sticchi Damiani – sostenere che la Lista di Salvaguardia – l’unico strumento serio che distingue in modo oggettivo le auto storiche da quelle vecchie – privilegi le Ferrari. Chi lo dice non l’ha letta con attenzione, dal momento che i modelli Ferrari sono soltanto 19  su 1.107 e che rappresentano l’1,7% del totale dei modelli presenti nella Lista”

 “Se vogliamo davvero risolvere il problema una volta per tutte – ha concluso il Presidente ACIdobbiamo smettere di prenderci in giro e cominciare a ragionare e a comportarci da persone serie, accantonando interessi economici e mettendo al primo posto il bene della collettività, della sicurezza, della qualità di mobilità e ambiente e della cultura, senza aggrapparsi ad anacronistici ed antistorici monopoli”. Difficile dargli torto.

Potrebbe interessarti: Fiat Uno, i 40 anni della mitica pubblicità di Forattini

  • Link copiato

Commenti

Leggi auto.it su tutti i tuoi dispositivi

Auto, copertina del meseAuto, copertina del meseAuto, copertina del mese