Stop auto 2035, Salvini: “L'Europa lasci la libertà ai singoli Paesi"

Stop auto 2035, Salvini: “L'Europa lasci la libertà ai singoli Paesi"

Sia il Ministro delle Infrastrutture che Attilio Fontana hanno espresso le loro perplessità durante l'evento Mobilità

di Redazione

09.05.2023 ( Aggiornata il 09.05.2023 14:49 )

La questione sul divieto dei veicoli a combustione interna che vedrà la luce “ufficialmente” nel 2035 solleva ancora polemiche. Fra le ultime discussioni tenutesi sull'argomento vi è quella di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che durante l'evento Mobilità 2035 tra ideologia e realtà organizzato da Federmotorizzazione in collaborazione con la Regione Lombardia, si è espresso in merito al problema: “La transizione va accompagnata ed è fondamentale che l’Europa lasci la libertà ai singoli Paesi di decidere come arrivarci. I tedeschi hanno combattuto per i carburanti a idrogeno, così come noi stiamo lottando per i biocarburanti perché siamo per la neutralità tecnologica".

Molte perplessità

La transizione pensata, mira ad avere una conversione totale all'elettrico, il che desta non poche preoccupazioni. Infatti, ciò che disturba maggiormente, è il pensiero che da quel momento in poi si vada a dipendere dalla Cina dove "per produrre ciò che serve per inquinare meno in Italia aprono centrali a carbone". Ma a questo punto, vien da domandarsi quali potrebbero essere le alternative. Attilio Fontana ha fornito una spiegazione a riguardo: "Biocarburanti e biometano sono importantissimi e ci sono aziende italiane che stanno sviluppando questi combustibili. Non possiamo permetterci di abbandonare entro il 2035 i motori endotermici".

Inoltre, proprio come rammenta il governatore, la Lombardia sta investendo molto nella sostenibilità grazie al nuovo 'Piano regionale di sviluppo sostenibile' (PRSS), a cui vanno di pari passo i nuovi incentivi previsti per la sostituzione delle auto più inquinanti, ma ciò non vuol dire che il passaggio totale all'elettrico sia davvero l'unica strada perseguibile. "Personalmente sono convinto che così com’è oggi sviluppato non sia una risposta: dovrà fare notevoli passi avanti per diventare una vera alternativa" – prosegue - "Crediamo nella sostenibilità ambientale, ma che sia anche economica e sociale. Non possiamo accettare la distruzione di interi comparti per seguire ideologie figlie di un integralismo".

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