Auto Speed Date: Italia, la sfida della produzione di auto e batterie

Il nostro Paese sta perdendo la doppio sfida della produzione di auto e batterie, mentre Germania, Francia e Spagna fanno importanti passi in avanti

di Andrea Brambilla

12.06.2023 11:53

C’è una sfida in corso legata al settore delle auto elettriche che l’Italia sta perdendo nonostante abbia un passato prestigioso: la produzione di vetture. Certo, la Germania è sempre stata al primo posto, ma negli ultimi anni la Spagna è cresciuta maniera esponenziale mentre nel nostro Paese il calo tra 2019 e 2022 è stato del 13%. Il Paese iberico oggi è il secondo produttore di automobili in Europa e sta utilizzando i fondi per il recupero della pandemia di Covid dell'Unione europea per attirare le Case automobilistiche a investire nella produzione di veicoli elettrici e di batterie. Dopo aver attratto il Gruppo Volkswagen ora punta anche a Tesla con un'investimento totale che potrebbe superare i 4,5 miliardi di euro.

Tesla ha finora una fabbrica in Europa, una struttura vicino a Berlino, che produce il crossover Model Y, che è stata l'auto più venduta in Europa nel primo trimestre, oltre che a livello globale. L'altro modello più venduto di Tesla in Europa, il Modello 3, viene importato da Shanghai e questa nuova fabbrica in Spagna dovrebbe realizzare questo modello.

Tesla punta all'Europa, piano per una fabbrica a Valencia

Italia, ancora indietro nella produzione di batterie

La seconda sfida, anch’essa importante, dove l’Italia purtroppo non brilla eccessivamente, è quella delle fabbriche di batterie per vetture elettriche; definito dagli analisti il secondo business del futuro. Se l’auto elettrica rischia di portare via posti di lavoro in Europa è anche vero che i Governi devono pensare di attrarre altre forme di fabbriche sempre legate all’auto come appunto le GigaFactory. E anche in questo la Spagna è avanti all’Italia. La Volkswagen ha già dichiarato di voler investire fino a 3 miliardi di euro in una fabbrica di batterie nella città di Sagunto, nell'area di Valencia.

Ma se la Spagna non sta ferma, anche la Francia si sta muovendo. I Transalpini infatti hanno offerto ai produttori di batterie generose sovvenzioni e si è mosso lo stesso presidente Macron. Pare che la Francia stia corteggiando BYD e Tesla per costruire anche stabilimenti di autovetture ma intanto a Dunkerque la ProLogium aprirà la sua prima GiogaFactory di batterie per veicoli elettrici fuori Taiwan. Un investimento totale di 5,2 miliardi di euro e creare 3.000 posti di lavoro. E sarà una delle quattro gigafabbriche che Macron spera trasformeranno l’ex area mineraria di carbone vicino al Belgio in un hub per l'industria delle batterie per veicoli elettrici, creando posti di lavoro.

La Francia sta offrendo ai produttori di batterie generose sovvenzioni grazie all'allentamento delle norme sugli aiuti di Stato dell'UE per i progetti di energia verde. Tagli alle imposte sulle società, misure per facilitare le assunzioni e i licenziamenti e riduzioni dell'imposta sulla produzione in base alle dimensioni delle fabbriche. Manovre che hanno avuto un ruolo importantissimo nelle decisioni dei produttori. Oltre a ProLogium, la cinese Envision AESC, la startup locale Verkor e il consorzio ACC che comprende Mercedes-Benz e Stellantis stanno allestendo GigaFactory nella stessa area.

"I risultati non cadono dal cielo. - ha detto Macron a Dunkerque. - La Francia si sta adattando al mondo". Francia e Spagna, stanno cercando di crearsi un ruolo importante nel futuro dell’industria automotive elettrica anche se sono ancora lontane da Germania che con le sue fabbriche di batterie è in grado di produrre 545 GWh e dall'Ungheria con 215 Gwh.

Gigafactory anche in Italia con ACC

Il consorzio ACC comunque,oltre allo stabilimento inaugurato recentemente in Francia, prevede comunque di costruire due impianti da 2,3 miliardi di euro in Germania e in Italia, con l'aiuto rispettivamente di 437 milioni di euro e 370 milioni di euro di fondi pubblici, secondo i governi tedesco e italiano. Questa corsa verso la realizzazione di fabbriche di batterie punta anche, da parte dei governi europei, di controbattere all'Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti, un’operazione da 430 miliardi di dollari per costruire fabbriche di batterie per auto, che include ingenti sussidi fiscali per ridurre le emissioni aumentando al contempo la produzione nazionale. Se l’Europa non fa nulla si rischia che gli investimenti delle Case auto vengano tutti dirottati negli Stati Uniti a spese dell'Europa.

Ma nel fgrattempo la Cina, principale produttore di batterie per automobili non sta ferma. Infatti la Gotion ha recentemente presentato una batteria al litio-ferro-manganese-fosfato (LMFP) a basso costo che permetterà ad un veicolo elettrico di percorrere 1.000 chilometri con ogni carica. Fino ad ora, sono in gran parte le batterie al nichel-cobalto più costose a fornire quel tipo di autonomia. L'innovazione evidenzia come la tecnologia delle batterie e le esigenze delle materie prime siano ancora in evoluzione e imprevedibili mentre le Case automobilistiche di tutto il mondo cercano di tagliare i costi aumentando al contempo le prestazioni dei veicoli elettrici. Ma anche come la Cina sia ancora all’avanguardia in questa ricerca.

L’Europa però non sa ancora come difendersi dall’arrivo delle vetture cinesi a basso costo. L’unica manovra è quella in Francia di Macron che però non è fine a sé stessa. La Francia sta concedendo un incentivi fino a 5.000 euro per acquistare nuove auto elettriche a condizione che i produttori soddisfino severi standard a basse emissioni di carbonio, escludendo di fatto molte Case automobilistiche non europee che utilizzano energia più sporca. In pratica il Presidente francese vuole finanziare chi produce auto e batterie all’interno del suo Paese.

ACC, inaugurata in Francia la prima gigafactory di Stellantis e Mercedes

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