Carburanti, l’Antitrust indaga su sette compagnie per prezzi truccati

Carburanti, l’Antitrust indaga su sette compagnie per prezzi truccati

Avviata un’istruttoria su Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras, si sospettano guadagni illeciti per circa 2 miliardi di euro dal 2019

di Redazione

20.07.2023 ( Aggiornata il 20.07.2023 11:37 )

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) sta indagando su Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras. L’accusa è di “intesa restrittiva della concorrenza”, che in altre parole - come viene riportato in una nota stampa - significa che l’Antitrust sospetta che le sette compagnie si siano accordate nella “determinazione del valore della componente bio necessaria per ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa in vigore”, con l’obiettivo di guadagnare di più dalla vendita dei carburanti.

I sospetti dell’Agcm

Cosa dice la legge? Che almeno il 10% di benzina e diesel sia composto da carburanti bio. Ma secondo quanto riportato dall’Autorità, che fa riferimento ai numeri di quattro anni fa, “il valore di questa importante componente del prezzo è passato da 20 €/mc del 2019 a circa 60 €/mc di oggi”, con un conseguente “impatto sui prezzi alla pompa di circa 2 miliardi di euro”. Proprio questo aumento, sempre secondo l’Agcm, sarebbe il risultato di un accordo tra le società, sfruttando “scambi di informazioni diretti o indiretti tra le imprese interessate, anche attraverso articoli pubblicati su ‘Staffetta Quotidiana’, noto quotidiano di settore”. Sia la sede del giornale che quelle delle società sono state perquisite.

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