Transizione automotive, a rischio 1,5 milioni posti di lavoro in Europa

Transizione automotive, a rischio 1,5 milioni posti di lavoro in Europa

La concorrenza asiatica e americana è in vantaggio sulle auto a batteria: come fare per non perdere il passo?

di Francesco Forni

27.07.2023 ( Aggiornata il 27.07.2023 09:42 )

La transizione energetica, all’auto elettrica per quanto riguarda l’auto, serba ancora molte incognite in Europa. Vira al pessimismo l’analisi di Boston Consulting Group, multinazionale di consulenza strategica, che snocciola dati non tranquillizzanti.

Attualmente i Costruttori europei concorrono per 460 miliardi di euro al PIL della UE dando lavoro a 4 milioni di persone.

Il passaggio all’auto elettrica e la deglobalizzazione per il 2040 farebbero scendere la quota del mercato globaledelle Case del Vecchio Continente dal 26% al 12%.

Tradotto: un calo del contributo al PIL di 145 miliardi di euro e 1,5 milioni posti di lavoro in meno. Tutto a scapito della concorrenza asiatica e americana, che al momento è in vantaggio nel comparto delle auto a batterie.

Le prospettive sono queste e il meccanismo è in moto. Lo stop alla produzione di motori a combustione termica in Europa per il 2035, il lento ma progressivo cambiamento del mercato, che a giugno nella UE ha visto il sorpasso delle vendite di auto elettriche rispetto a quella Diesel, sono fattori,

Quale strada percorrere?

Giuseppe Collino, managing director e partner di BCG, afferma:“Il settore auto europeo possiede un primato costruito dai Marchi nel corso degli anni e basato sulla superiorità tecnologica e qualitativa nella costruzione dei motori termici, così come sull'efficienza indiscussa delle proprie catene di produzione. Tuttavia, questo primato si trova ora esposto a diversi rischi che minacciano l'andamento futuro del comparto. Per permettere all'auto europea di continuare a spingere sull'acceleratore, bisogna creare collaborazione tra costruttori, fornitori e autorità".

Per invertire l’andazzo BCG indica che le Case europee devono aumentare il passo nell’efficienza, nei sistemi di guida autonoma, nell'elettrificazione e nei software per tornare a essere leader nella tecnologia e riguadagnare quote di mercato e mantenere posti di lavoro.

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