La storia dei maggiolini Volkswagen che conquistarono l'Antartide

La storia dei maggiolini Volkswagen che conquistarono l'Antartide

I quattro (o cinque) Volkswagen Beetle Antarctica fecero la storia con una spedizione dall'Australia al polo Sud: tutti i dettagli

di Gianluca Guglielmotti

26.09.2023 ( Aggiornata il 26.09.2023 18:01 )

Forse non tutti conoscono la mirabolante storia dei “Maggiolini” di Volkswagen che furono mandati in avanscoperta al Polo Sud. Correvano gli anni ’60 e c’era un profumo di frizzante ottimismo nell’aria. Tutto sembrava così raggiungibile, possibile e realizzabile. Anche visitare il Polo Nord con una piccola flotta di Volkswagen Beetle “attrezzati” poteva sembrare fattibile. Questa è la storia dell’esploratore Douglas Mawson che, assieme ad un’equipe e a quattro (o cinque) maggiolini cercò di raggiungere uno dei luoghi più remoti della terra.

Destinazione Polo Sud

Volkswagen aveva lanciato da qualche anno l’iconico Maggiolino e, come trovata pubblicitaria e di marketing, decise di attrezzare i veicoli per dare prova dell’affidabilità e della resistenza. Fu un mirabolante intreccio di tempismo, risorse e coincidenze che vide collaborare il colosso tedesco con una squadra di ricercatori ed esploratori australiani, capitanati appunto da Mawson e intenzionati a raggiungere il punto esatto del polo. L’iniziativa fu talmente improbabile che fu accolta con successo dalla divisione marketing del tempo e nell’arco di pochi mesi fu organizzato il tutto. Le auto furono equipaggiate con pochi accessori supplementari: un set di catene da neve, alcune guarnizioni aggiuntive e un portapacchi sul tetto per trasportare il necessario. La prima auto fu chiamata Antarctica 1 e arrivò alla stazione ANARE (Australian National Antarctic Research Expedition) senza indugi nel 1964, a fianco di slitte, rompighiaccio e mezzi attrezzati per la missione. Si trattava di un esemplare raffreddato ad aria, chiamato dagli scienziati “Inferno Rosso”, per via della colorazione scelta dal Marketing di Volkswagen. Servì come mezzo di trasporto per piccoli spostamenti intorno alla stazione di ricerca. Resistette per oltre un anno a temperature inferiori a -50 gradi, con venti ad oltre 200 km/h. Successivamente fu rispedita in Australia e sostituita da Antarctica 2 nel 1964, color arancione, rimasta in servizio per meno di un anno a causa di svariati problemi.

Fu equipaggiata con assali rinforzati e maggiori elementi isolanti dall’esterno, ma subì maggiori danni della prima, rimanendo per oltre un inverno sepolta nella neve a causa di una fortissima e improvvisa tempesta. Una volta recuperata in primavera, fu spedita nuovamente in Australia, scambiandosi il testimone con un’altra “Antarctica 2”, di fatto però un terzo esemplare completamente nuovo. Volkswagen Australia non ammise mai trattarsi di un terzo modello, ma erano evidenti le differenze tra le due. Questo fu decisamente più fortunato, con migliaia di chilometri di servizio e pochi interventi di manutenzione richiesti, diventando un vero e proprio simbolo in tutto il mondo, facendo impennare le vendite del Maggiolino soprattutto in Australia.

Volkswagen Beetle Antarctica 4 e 5

Arriviamo così al quarto Maggiolino Antarctica, riconoscibile per il “4” impresso sulla fiancata che però, nel 1967, fu vittima di uno spiacevole incidente quando una calotta di ghiaccio si ruppe interamente sotto alle quattro ruote, imprigionando la vettura per sempre. Si ritiene, infatti, che l’auto sia ancora oggi sepolta sotto al ghiaccio, circa quattro o cinquecento metri in profondità, senza la speranza di poterla mai recuperare. Fu infine inviata una quinta Beetle, con bandiera neozelandese, questa volta nell’inverno tra il ’66 e il ’67, cercando di cavalcare il successo riscosso dalla campagna promozionale australiana. Non è noto, purtroppo, che fine fece questo esemplare, se rimasto in servizio per alcuni anni o se perso anch’esso tra le calotte di ghiaccio.

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