Volkswagen

L’auto del popolo: il Marchio Volkswagen nasce nel 1934 in Germania, quando Adolf Hitler decide di produrre una vettura di massa per la popolazione tedesca che potesse trasportare fino a cinque passeggeri - oppure tre soldati e un mitragliatore - e che superasse i 100 km/h mantenendo un prezzo accessibile. Un’idea bellicosa e propagandistica, che nel tempo è sopravvissuta alla Storia e si è trasformata in un Marchio longevo e internazionale.

L’impronta Maggiolino

Il progetto Volkswagen inizia nel 1936 quando Ferdinand Porsche realizza i primi prototipi, mentre nel 1939 al Salone di Berlino viene svelata la prima vettura di serie. KdF-Wagen, trazione posteriore con motore boxer 4 cilindri da 23,5 Cv: è il Maggiolino. Con la Seconda Guerra Mondiale, la produzione si arresta, ma la base del “Beetle” viene sfruttata per costruire vetture militari. I bombardamenti distruggeranno lo stabilimento di Wolfsburg, ma la storia dell’automobile non finisce tra le macerie. Grazie all’ufficiale britannico Ivan Hirst, vengono rimesse in piedi le linee di produzione e nel 1947 il manager tedesco Heinz Nordhoff diventa capo di Volkswagen, iniziando le esportazioni del Maggiolino e lanciando due anni più tardi Type 2 - veicolo commerciale - e la versione cabriolet del Maggiolino. Nei 20 anni successivi, Volkswagen vola sul mercato trainata dal successo della sua ammiraglia e del Transporter, arricchendo la gamma con la sportiva Karmann Ghia (1955) in versione standard e cabriolet. Nel 1961 arriva Type 3 (sempre su base Maggiolino) e nel 1964 il Marchio acquista la Auto Union. Gli anni ’60 si chiudono con una crisi momentanea e l’acquisizione della NSU, ma soprattutto con la scomparsa del leader Nordhoff.

La rivoluzione Golf

Grazie a un progetto NSU, gli anni ’70 iniziano con la berlina K70: è la prima a distaccarsi dal Maggiolino, sfruttando il motore anteriore raffreddato ad acqua. La strada è tracciata per l’arrivo della Passat (1973) e poi per la vera rivoluzione: nel 1974 debutta la Golf, disegnata dall’italiano Giorgetto Giugiaro. Inizia una storia di prestazioni e affidabilità, un successo da 1 milione di veicoli nei primi 30 mesi di vita. L’anno dopo è la volta della Polo, la citycar compatta ed economica che, insieme a Golf, riempirà le strade di tutta Europa fino ad oggi. Negli anni ’80 Volkswagen si espande, arrivando in Cina e diventando il primo produttore europeo. Nel 1985 acquista Seat, più tardi (1991) incorpora anche Skoda. Prima della fine del secolo arrivano la quarta generazione del Transporter, la terza di Golf - che diventa per la prima volta Auto dell’Anno - e la versione moderna del Maggiolino. Volkswagen acquista Bentley, Bugatti, Lamborghini e Rolls-Royce, confermando una leadership conclamata.

XXI secolo

Il Duemila è un periodo di innovazione tecnologica e qualità premium: le vetture tedesche scoprono il cambio automatico DSG, l’iniezione diretta di benzina, il Suv Touareg. Anche nelle competizioni, il nuovo modello trionfa (Dakar 2009, 2010 e 2011). Nel 2010 la nuova Polo è Auto dell’Anno e quattro volte campione nel Mondiale rally WRC. Mentre arriva sul mercato anche la citycar Volkswagen up!, e Golf è ancora Auto dell’Anno 2013, lo scandalo Dieselgate mina la credibilità e il successo dell’azienda come mai accaduto prima.

Il Dieselgate

Nel 2015 l’EPA scopre delle incongruenze nei dati delle emissioni dei veicoli diesel dichiarati da Volkswagen, aprendo quello che verrà chiamato il dieselgate.  La manomisione dei dati, si scoprirà in seguito, avveniva grazie al software della centralina, modificato per ridurre le emissioni inquinanti - penalizzando le prestazioni - durante i test di omologazione. Il software sbloccava poi le emissioni una volta passati i test per recuperare le prestazioni. Un danno all’ambiente, all’immagine del Marchio, ai consumatori, agli investitori: solo i costi di tribunale sono di circa 30 miliardi di euro, col processo che è iniziato a settembre 2021 dopo sei anni dalle accuse dell’EPA.

Presente green

Il presente si chiama mobilità green: la gamma ID vive con i modelli ID.3, ID.4 e ID.5, la Golf è diventata Mild Hybrid con i modelli eTSI e Variant eTSI, tutta la gamma è interessata dalla transazione energetica. Golf è arrivata all’ottava generazione, Nuova Polo è stata rinnovata con tre allestimenti R-Line, Style e TGI Life. Il futuro è già pianificato: dal 2023 il Marchio dirà addio al cambio manuale, dal 2026 tutti i modelli saranno realizzati su un’unica piattaforma scalabile, dal 2035 sarà interrotta la produzione di motori termici

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