Autostrade, l'energia cinetica delle auto per alimentare le stazioni

Il Kinetic energy harvesting from vehicles” (KEHV), è la prima sperimentazione al mondo del genere

di Francesco Forni

03.11.2023 09:29

Un primato mondiale per Autostrade per l'Italia. L'azienda sta sviluppando tecnologie per la gestione sostenibile della rete. Il primo passo nei test è illuminare una stazione di servizio o far funzionare un casello in grazie al passaggio dei veicoli.

Il progetto si chiama Kinetic energy harvesting from vehicles (KEHV). Si tratta della prima sperimentazione al mondo in autostrada che prevede l’utilizzo di una piattaforma tecnologica capace di trasformare l’energia cinetica dei veicoli in decelerazione in energia elettrica, altrimenti dissipata in calore ai freni. 

E’ stata sviluppata da Movyon, centro per la ricerca e l’innovazione del Gruppo. I test sono partiti in A1 nell’area di servizio di Arno Est e proseguiranno nei prossimi mesi anche con la sperimentazione in una pista di esazione.

Un progetto con numeri importanti

L’obiettivo di Autostrade per l’Italia è realizzare una piattaforma, integrata con i principali sistemi di gestione e monitoraggio dell’infrastruttura autostradale, che possa produrre energia pulita oltre a quella tipica del fotovoltaico. 

Secondo le prime stime, grazie al passaggio medio giornaliero di 9mila veicoli, con un unico modulo sarà possibile produrre 30 Megawattora all’anno pari a una riduzione di 11 tonnellate di CO2. Un valore che corrisponde al consumo annuo di elettricità di un condominio composto da 10 famiglie.

In una barriera autostradale come Firenze Ovest, a esempio, il consumo di elettricità è pari a circa 60 MWh/anno. Grazie all’installazione di due impianti sarà possibile azzerare completamente il fabbisogno energetico della stazione.

Come funziona KEHV

Il progetto è basato sull’impianto LYBRA sviluppato dalla startup 20energy. Un veicolo che passa sopra al modulo attiva un generatore elettromeccanico e l'energia elettrica viene resa fruibile mediante un convertitore elettronico che ne permette la connessione alla rete. In un’area di servizio, a esempio, l’energia prodotta potrebbe essere utilizzata per alimentare l’illuminazione, la cartellonistica pubblicitaria e anche per i generatori di ricarica dei veicoli elettrici. Nel caso della stazione di esazione, l’energia generata potrà essere utilizzata dall’impianto del casello (casse; sbarre e illuminazione).

Secondo le stime elaborate da Movyon nelle barriere di Milano Nord e Milano Sud, con un traffico giornaliero medio di circa 8mila veicoli pesanti e 63mila veicoli leggeri, gli impianti distribuiti sulle piste potrebbero raggiungere una produzione annua complessiva per ognuna delle due stazioni di oltre 200 MWh, con un risparmio di 70 tonnellate di CO2/anno. Nella seconda fase del progetto sono previste altre installazioni sulla rete in gestione.

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