Tavares “Se l’Europa e l’Italia non ci aiutano, prenderemo decisioni”

Tavares “Se l’Europa e l’Italia non ci aiutano, prenderemo decisioni”

“Non si può ignorare che cambiamenti così rapidi e brutali decisi dai politici lascino tutto come è ora”. I nodi dell’apertura alla Cina e di un secondo Costruttore in Italia

di Francesco Forni

23.01.2024 17:42

Carlos Tavares non le manda a dire da uno degli stabilimenti gioiello di Stellantis.

Il CEO del Gruppo da Atessa, presso Sevel, fabbrica che dal 1981 ha prodotto 7,3 milioni di veicoli commerciali leggeri, quasi cinquemila dipendenti, punta di diamante per strappare la leadership mondiale a Ford negli LCV, forte dellanuovagamma Stellantis Pro One, la business unit dedicata,lancia messaggi chiari.

I nostri dipendenti di Atessa stanno facendo un lavoro eccezionale. La qualità è migliorata di sette volte in due anni, i costi di produzione sono calati. In Italia Stellantis ha il 45% delle quote di mercato dei veicoli commerciali. Sono prodotti sei Marchi, Citroen, Fiat Professional, Opel, Peugeot, RAM e Vauxhall. Solo la performance ci protegge. Siamo pronti per battagliare con Ford per la leadership mondiale: in Italia la quota dei veicoli commerciali elettrificati è del 47%.

E qui casca l’asino. Tavares, con un piglio deciso, quasi stizzito, ha puntualizzato. “Il futuro di Atessa è radioso, anche a Melfi si continuerà la produzione, a prescindere dai modelli, e Termoli diventerà una Gigafactory. Me c’è anche una realtà brutale. Il compito di Stellantis è fornire mezzi accessibili e i veicoli e le auto elettriche costano il 40% in più rispetto a quelli termici. Siamo al massimo impegno per ridurre questo costo in fabbrica, che incide per il 10%, e ci stiamo riuscendo, ma l’85% dipende dai fornitori. Lo dico da sei anni. Così come sono adesso, i prodotti elettrici non sono accessibili per il ceto medio”.

Un monito. Ma sono altre le situazioni che preoccupano Tavares. “Non si può ignorare che cambiamenti così rapidi e brutali decisi dai politici (lo stop alla vendita di motori endotermici per il 2035, ndr) lascino tutto come è ora. Abbiamo 40mila dipendenti in Italia, che stanno lavorando come nessuno in Europa per adattarsi a questa situazione”.

La questione nazionale. “Il dialogo con il Governo italiano è continuo. Ma sono nove mesi che chiediamo incentivi per le auto elettriche. Un bene che arrivino a febbraio, ma nel frattemento ne avremmo potute produrre molte di più a Mirafiori, abbiamo perso volumi. L’Italia spende molto meno di altri paesi nel sostenere le vetture a batteria. L’obiettivo di assemblare 1 milione di auto in Italia, con Stellantis che si impegna a garantire una mobilità sicura e accessibile, servono dei sostegni”.

L’ipotesi di un secondo Costruttore auto in Italia valutato dal Governo non esalta, eufemismo, il top manager portoghese. “Se il Governo vuole introdurre una concorrenza in Italia, siamo pronti alla lotta. Amiamo i nostri stabilimenti italiani, ma se dovesse diventare un duello molto duro, potrebbero esserci delle conseguenze”. Tradotto: a mali estremi, l’ipotesi è di spostare la produzione.

Scenario che riguarda anche l’Europa, forse ancor più direttamente. “L’UE ha deciso per il mercato libero, a tutti i costi. Cerchiamo di essere sicuri cosa significa il fatto di lasciare il campo aperto ai Costruttori cinesi avendo un vantaggio competitivo del 30%. Noi ci sposteremo se le cose cambieranno. Le condizioni che sono state create in Europa dal legislatore sono di una trasformazione, rapidissima, tremenda e pericolosa. Non si può sperare che tutto rimanga come adesso”.

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