Urso avverte Stellantis: "In Italia apriremo il mercato delle auto ad altri produttori"

Urso avverte Stellantis: "In Italia apriremo il mercato delle auto ad altri produttori"

Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, soprattutto per la transizione elettrica, accanto a Stellantis deve esserci “un'altra casa automobilistica”

di Redazione

12.02.2024 18:10

Il settore auto, in Italia, ha bisogno di essere rinforzato. La transizione elettrica avanza sempre più con la decisione dell'Unione Europea che dal 2035 ha messo al bando le vendite delle auto nuove alimetate da motori benzina o Diesel. Il Governo non deve farsi trovare impreparato a questo cambiamento epocale che coinvolgerà l'intero parco auto circolante italiano, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Alfonso Urso ha un obiettivo preciso: garantire all'Italia un mercato che possa garantire agli automobilisti veicoli green.

La rivoluzione elettrica delle imprese

“Il nostro progetto sull'automotive è chiaro: riteniamo che per sostenere la nostra importante filiera dell'indotto, la vera nostra grande forza fatta da una pluralità di imprese, è necessario un mercato interno che produca almeno 1,3 milioni veicoli: questo è l'obiettivo che ci poniamo da qui a qualche anno per garantire nella transizione energetica verso l'elettrico che l'indotto possa sostenere i livelli produttivi e occupazionali”, ha detto il ministro Urso.

La soluzione è un mercato automobilistico libero, composto da una pluralità di imprese e quindi non solo dominato dal colosso Stellantis: “Vogliamo aprire il mercato ad altri produttori e quindi sappiamo che accanto a Stellantis, che è una importante multinazionale che deve investire nel nostro Paese in modelli innovativi, in ricerca e nell'elettrico per l'auto del futuro, sarà necessario comunque un'altra casa automobilistica: questo percorso non si inventa in pochi mesi, siamo al lavoro per una seconda casa automobilistica da 8 mesi circa e pensiamo che l'obiettivo si possa raggiungere in un tempo congruo. Una volta l'Italia aveva due case automobilistiche, poi fu venduta l'Alfa Romeo ma invece di vederla a un partner internazionale, l'allora sinistra al Governo, che aveva anche la presidenza dell'Iri, preferì venderla al produttore locale, chiudendo il mercato. Noi invece vogliamo aprire il mercato". Una scelta saggia per il bene dell'automotive, che speriamo vada nella direzione più giusta possibile.

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