Cgil su Stellantis: “Rischio concreto. Il Governo parli con Tavares”

Cgil su Stellantis: “Rischio concreto. Il Governo parli con Tavares”

Il leader del sindacato Landini si dice preoccupato: “Devono cambiare le prospettive e si avviare una trattativa vera”

di Redazione

05.04.2024 ( Aggiornata il 05.04.2024 10:53 )

La situazione automotive italiana continua a preoccupare i sindacati. E così, mentre è ufficiale che a Melfi si produrranno cinque modelli elettrici, il leader della Cgil Maurizio Landini parla in maniera aperta di Stellantis, che nel frattempo ha annunciato un piano di licenziamento volontario per 3mila lavoratori: “Siamo di fronte a un rischio molto concreto. La capacità produttiva degli impianti italiani di Stellantis arriva fino a un milione e mezzo di auto, oggi se ne fabbricano meno di 500mila. È evidente che se questa prospettiva non viene cambiata, i rischi sono molto concreti per tutto il sistema dell'automotive nazionale”.

Le parole di Landini e Tajani

Landini chiede al governo di convocare Carlos Tavares, per avviare “una trattativa vera con i sindacati, nella quale prendere impegni precisi”. Con lui si dice d’accordo anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Io mi auguro che Stellantis non lasci l'Italia: c'è una tradizione nell'industria dell'auto che non può essere abbandonata e trovo giusto che questa azienda continui ad investire nel nostro Paese, perché ci sono anche dei vincoli di coscienza. Siamo in un sistema di libero mercato, nessuno può obbligare nessuno, il mio è un richiamo al senso di responsabilità. Ma siamo un Paese attrattivo e al momento opportuno vedremo con chi aprire trattative”.

Le trattative

Nel frattempo al ministero delle Imprese e del Made in Italy proseguono i tavoli sugli stabilimenti di Stellantis. Dopo Melfi e Mirafiori, ora è la volta di Atessa in Abruzzo dove si producono i furgoni Fiat. “Per arrivare a un accordo di sviluppo del settore dell'auto - spiega Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim - bisogna puntualizzare gli elementi di garanzia, sui quali finora l'azienda non ha dato risposte, per consentire la crescita dei volumi e la tenuta dell'occupazione. Per Mirafiori non abbiamo avuto risposte positive, a Melfi bene la conferma dei cinque modelli elettrici, ma rimangono le incognite sull'indotto, per Atessa vogliamo garanzie che il sito polacco non riduca la leadership nei furgoni della fabbrica abruzzese”.

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