Paolo Pininfarina, il nome e il simbolo eterno del design e dell'automobile

Paolo Pininfarina, il nome e il simbolo eterno del design e dell'automobile© LaPresse

Con la scomparsa del presidente se ne va l’ultimo discendente della leggendaria famiglia torinese Pininfarina

di Alberto Sabbatini

09.04.2024 22:35

Con la morte di Paolo Pininfarina, figlio del mitico Sergio, se ne va l’ultimo discendente della leggendaria famiglia torinese Pininfarina. Un nome che per definizione è legato al design e all’automobile. Paolo Pininfarina è scomparso a 65 anni (era nato nel 1958), stroncato da una grave malattia che l’aveva colpito mesi fa. Paolo Pininfarina era presidente della società che porta il suo nome dal 2008, l’anno della scomparsa del fratello maggiore Andrea deceduto in un incidente con lo scooter. Triste destino quello di questa famiglia che nel giro di 15 anni o poco più ha perso tutta la stirpe che l’avevamo fatta crescere: da Sergio ai figli Andrea e Paolo.

Eccellenza italiana

La Pininfarina è da sempre il simbolo stesso del design automobilistico. Dicevi Pininfarina e pensavi a una bella, elegante fascinosa automobile. Incarnava l’essenza perfetta della bellezza sotto forma di carrozzeria. Pininfarina era nell’immaginario collettivo il simbolo di un’automobile di design come la Rolex poteva esserlo degli orologi di lusso ed Armani della moda. Nomi che simboleggiano un’intera categoria merceologica. 

Pochi ricordano che il nome Pininfarina in realtà non è originale, ma è la crasi di nome e cognome, anzi di soprannome e cognome del fondatore. Colui che ha dato vita all’azienda, nei primi anni del Novecento, era il geniale Pinin Farina. Il vero genio creativo del carrozziere automobilistico per antonomasia. Nato all’anagrafe come Battista Farina, ma da tutti chiamato con il nomignolo di Pinin. Che in piemontese corrisponde all’italiano “Pino”, diminutivo di Giuseppe che era il padre di Battista Farina. Nome e cognome. L’azienda, venne fondata nel 1930 appunto da Battista Farina con altri soci. 

L'incontro con la Ferrari

Negli anni la Pininfarina ha prodotto centinaia di vetture. Auto che erano il simbolo stesso di eleganza per le proprie forme dalle forme elegante, sinuose e che ha sempre indissolubilmente legato il proprio nome alla Ferrari perché a un certo punto della vita della sua azienda Enzo volle che a carrozzare le sue Ferrari da quel momento in poi fosse soltanto la Pininfarina. Così nacquero capolavori come la Ferrari 365 GTB Daytona, la Ferrari 308, la Testarossa, la F40 e la Enzo. 

Prima ancora che si rafforzasse la collaborazione con Ferrari, però, la Pininfarina divenne celebre per aver disegnato la più bella automobile di tutti i tempi. Tale è considerata la Cisitalia 202 dei primi anni Cinquanta, che in virtù della sua eleganza sportiva è stata esposta persino al Moma, il Museo di Arte Moderna di New York come simbolo della bellezza assoluta sotto forma di automobile. Oltre alle tante Ferrari, Pininfarina ha sfornato capolavori come la Giulietta Spider, l’Alfa Duetto, la Fiat 124 Spider e la Fiat 130 Coupé.

Il destino tracciato da Sergio

Ma il grande passo in avanti nelle sorti della Pininfarina si deve a Sergio Pininfarina, che ha rilanciato l’azienda e poi, negli anni Sessanta, per decreto del Presidente della Repubblica ottenne di poter cambiare il proprio cognome da Farina a Pininfarina. Sergio, eletto anche senatore della Repubblica ha diretto l’azienda per cinquant’anni ed è morto nel 2012 ma prima ancora, nel 2001, aveva lasciato le redini dell’azienda al figlio Andrea. Scomparso nel 2008 in un tragico incidente stradale a bordo di uno scooter. A lui è subentrato il fratello Paolo, deceduto oggi, che ha dovuto per anni gestire nei primi anni dello scorso decennio la crisi dell’industria automobilistica ed i grandi cambiamenti in atto.

L’attività della Pininfarina nel XXI secolo si era drasticamente ridotta: per questo l’azienda aveva lasciato lo storico stabilimento di San Giorgio Canavese. E poi aveva accettato l’ingresso nella proprietà del marchio automobilistico indiano Mahindra che ha immesso nuovi capitali per rilanciare l’azienda. Anche se il vertice era rimasto a Paolo Pininfarina, che aveva mantenuto il titolo di presidente, di fatto la Pininfarina era divenuta una società di proprietà indiana.

L’attività è stata spostata verso il mondo elettrico dove la Pininfarina ha creato un paio di anni fa la Battista, chiamata così in omaggio al nome del fondatore: una hypercar elettrica con quattro motori elettrici. La più potente elettrica mai costruita con la bellezza di quasi duemila cavalli di potenza!

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