Lanciata nel 1984, si distingueva per aerodinamica record e versatilità: le proposte includevano la versione berlina, station wagon, cabrio e GSi
09.10.2024 ( Aggiornata il 09.10.2024 18:00 )
Era il 1984 quando Opel lanciò una vera rivoluzione nel segmento delle auto compatte con l'introduzione della Kadett E. Quarant'anni dopo, questo iconico modello continua a essere ricordato non solo per il suo design innovativo ma anche per le sue straordinarie prestazioni aerodinamiche. La quinta generazione della Kadett ha segnato un momento cruciale nella storia della casa automobilistica tedesca, portando Opel in una nuova era di efficienza, tecnologia e versatilità.
La Opel Kadett E venne presentata al pubblico nell'autunno del 1984, sostituendo la Kadett D. Costruita sulle solide basi del modello precedente, la Kadett E rappresentava un'evoluzione significativa. Grazie a un design completamente nuovo, che combinava linee pulite e una forma a cuneo per migliorare l'aerodinamica, la Kadett E ottenne un immediato successo commerciale. La sua gamma variava dalla berlina a tre e cinque porte, alla station wagon, fino alla versione più sportiva GSi e alla cabriolet firmata dal noto designer Nuccio Bertone. Il design era solo uno degli aspetti che resero la Kadett E così popolare. Il modello si distingueva per la sua praticità e le numerose versioni disponibili. La station wagon offriva uno spazio di carico fino a 1.520 litri, mentre la Kadett Combo, una variante destinata all'uso commerciale, poteva trasportare fino a 635 chilogrammi di carico utile. Questi fattori fecero della Kadett un'auto versatile, adatta sia alle famiglie che ai professionisti.
Uno degli aspetti più rivoluzionari della Kadett E era la sua aerodinamica avanzata. Dopo oltre 1.200 ore di test in galleria del vento, gli ingegneri Opel riuscirono a ottenere un coefficiente di resistenza aerodinamica (Cd) di 0,32, un record per l'epoca. La versione sportiva GSi raggiunse addirittura un Cd di 0,30, rendendola la berlina più aerodinamica del mondo al momento del lancio. Questo risultato venne raggiunto grazie a molteplici soluzioni, dalla già citata forma a cuneo a dettagli come le guarnizioni flessibili tra le parti della carrozzeria. La Kadett GSi, poi, si affermò nel Campionato Internazionale Tedesco Turismo nel 1988 spinta da un motore da 2,0 litri e 250 cv - – ovviamente nella declinazione da competizione, ottenendo subito successi significativi. L'anno successivo, nel 1989, l'austriaco Josef Haider e il suo copilota Ferdinand Hinterleitner vinsero il Campionato Tedesco di Rally a bordo di una Kadett GSi 16V, consolidando la reputazione della Kadett come una delle vetture più competitive nel mondo delle corse.
Sebbene la Kadett GSi rappresentasse l'apice delle prestazioni sportive, la Kadett E era pensata per essere un'auto accessibile a un ampio pubblico. Con prezzi competitivi e una gamma completa di versioni, la Kadett E offriva un veicolo adatto a ogni esigenza. La versione cabriolet, realizzata in collaborazione con Bertone, offriva un tocco di eleganza e stile, mentre la station wagon era ideale per chi necessitava di spazio e praticità. L'attenzione di Opel non si concentrava solo sull'estetica e sulle prestazioni. La Kadett E era anche affidabile e parca nei consumi, rendendola una scelta popolare tra i conducenti attenti al budget. Inoltre, Opel introdusse numerosi miglioramenti tecnologici, tra cui motori più potenti e una migliore gestione elettronica, che contribuirono a rendere la Kadett E una delle vetture più moderne e avanzate della sua epoca.
Dopo le versioni a motore termico, quella plug in Hybrid e la supersportiva GSe, a breve in arrivo anche la versione Full Electric della Opel Astra
Guarda la galleryLa Kadett E fu l'ultima della sua linea, poiché nel 1991 Opel decise di cambiare il nome del suo modello di punta da Kadett a Astra. Tuttavia, lo spirito innovativo della Kadett continuò a vivere nel suo successore. L'Astra ha proseguito la tradizione di efficienza e prestazioni, evolvendosi fino all'attuale generazione, che include versioni elettrificate (sia ibrido plug-in che full electric, da oltre 400 km di autonomia) per affrontare le sfide della mobilità sostenibile.
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