Divieto di auto termiche nel 2035, il rinvio non è un tabù

Divieto di auto termiche nel 2035, il rinvio non è un tabù© EC - Audiovisual Service-Dati Bendo

Una bozza del gruppo di maggioranza all'Europarlamento delinea una posizione di realismo sugli obiettivi del 2035 e il "solo elettrico". Limiti di CO2 e supporto alle PHEV tra gli altri punti trattati

11.12.2024 17:16

I temi discussi non sono nuovi, anzi. Anticipo al 2025, dal 2026, del processo di analisi del contesto nel quale l'Europa punta al Fit for 55 del 2035 e la conseguente messa al bando delle auto non elettriche. Rinvio degli obiettivi sulle emissioni medie di CO2 dalla flotta di nuove auto vendute dai costruttori nel 2025. Ancora: messa in discussione dello stesso obiettivo del Fit for 55. Ovvero, immaginare un'inversione di rotta sul 2035 e aprire ai motori termici alimentati da biofuel e altri combustibili.

L'elemento di novità, anticipato dall'agenzia Reuters, è nell'intestazione di questi punti, presenti in una bozza visionata dall'agenzia: il Partito Popolare Europeo, compagine che ha espresso la presidenza Von der Leyen-2.

Neutralità tecnologica o ripensamento degli obiettivi?

Verso l'insediamento della nuova Commissione, il tema della neutralità tecnologica in vista del 2035 è stato centrale. Ridiscutere l'intero impianto è, però, un passo ulteriore. L'attualità conta la crisi della produzione europea, tra i casi Volkswagen e lo scenario Stellantis per quanto riguarda lo stabilimento di Mirafiori.

Nella bozza stilata dal gruppo dei popolari europei, secondo le anticipazioni della Reuter, vi è anche la previsione del  riconoscimento di un supporto maggiore alle auto ibride plug-in in vista del 2035. Ecco, ibride plug-in che vivono una fase nuova di appetibilità, dopo aver affrontato i limiti di una tecnologia che, per rendere al meglio - in moltissimi schemi tecnici oggi sul mercato - richiede abitudini di utilizzo (vedi ricarica) più vicine a un'elettrica che non a una termica.

Dietrofront sul solo elettrico e attenzione ai cinesi sull'ibrido

Peraltro, il tema di un supporto alla tecnologia deve fare i conti con una competitività e concorrenza dei marchi cinesi ulteriore rispetto alle full electric. Detta altrimenti: attenzione a spingere in favore delle PHEV, poiché a Pechino si trovano in una condizione di sviluppo tecnologico avanzato e con autonomie di marcia oggi parecchio superiori alla media dell'offerta europea.

Il punto di più immediata urgenza, dalla prospettiva dei costruttori, riguarda però la media delle emissioni di CO2 sul 2025. Le formule per garantire flessibilità e superare i rischi di gravose multe da ben oltre 10 miliardi di euro, per l'industria dell'auto nel suo complesso, oscillano tra il rinvio degli obiettivi al 2027 (93,6 g/km di valore medio, -15% sul dato del 2021) e la possibilità di neutralizzare l'applicazione delle sanzioni per due anni, concedendo il tempo ai costruttori di rientrare nei valori prescritti nel 2025.

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