Nessun rallentamento della domanda di Ferrari negli USA, con la prospettiva di dazi sulle auto europee importate. Il 10% extra peserebbe per svariate decine di migliaia di euro sul prezzo delle Ferrari alla base della gamma
13.03.2025 ( Aggiornata il 13.03.2025 16:35 )
I dazi annunciati sulle esportazioni di acciaio verso gli Stati Uniti sono entrati in vigore. Dall'Europa sono state annunciate contromisure difensive per riequilibrare la bilancia commerciale e la prossima data attesissima è fissata a inizio aprile. Sarà allora che, stando agli annunci del presidente Trump, gli USA inaspriranno i dazi sulle auto importate dall'Europa. Dazi che già oggi sono al 25% sulla tipologia di prodotto più gettonata Oltreoceano: i pick-up.
L'applicazione delle tariffe sui prodotti ha come diretta conseguenza l'innalzamento dei prezzi per i consumatori statunitensi e, sul fronte delle multinazionali operative negli USA, il dilemma tra assorbire parte dei costi extra (se finanziariamente sostenibile) o riversarli interamente sul prezzo finale.
La posizione vissuta dalla Ferrari è unica, poiché le auto prodotte a Maranello sono da considerare oggetti di lusso ed esclusività senza pari. Intervenendo al meeting di CNBC "Converge Live: Where Leadership Meets Innovation", l'amministratore delegato Benedetto Vigna ha commentato gli effetti attuali e potenziali che l'applicazione dei dazi sulle auto esportate negli Stati Uniti potrebbero avere su Ferrari.
Vigna ha escluso un impatto attuale sulla domanda, tantomeno di cancellazione di ordini già realizzati: "Non vediamo alcun impatto in questa direzione. Se volete è sorprendente, ma non vediamo alcun impatto a causa di questa incertezza.
D'altra parte, dobbiamo ancora vedere cosa succederà davvero. Siamo attenti e stiamo osservando cosa succederà nei prossimi mesi, nelle prossime settimane. Non lo so.
Anche in relazione ai dazi siamo tutti sulla stessa barca. Non sappiamo cosa succederà tra qualche mese o domani...
Dipenderà dalla soglia. Siamo pronti con alcune contromisure ma aspettiamo che venga pubblicato il numero ufficiale. Non lo sappiamo, saranno dazi al 10%, 25%, 50, non lo so. Vedremo. È uno scenario che seguiamo con attenzione".
Fase di attesa prima di conoscere le decisioni della Casa Bianca.
Un 10% in più sul prezzo finale vorrebbe dire un extra che il cliente Ferrari potrebbe dover pagare, da non meno di 25 mila dollari per i modelli "entry level" come Ferrari Roma (listino da 247.000 dollari), passando per i 43 mila dollari su una Purosangue da 428.000 dollari, fino ad arrivare ai 90 mila dollari sui 900 mila di richiesta su una SF90 XX Stradale. Storia a sé sulle milionarie Ferrari Icona (Daytona SP3) e F80 da 3,1 milioni di dollari. Cifre sulle quali il 10% extra varrebbe quanto l'acquisto di una prestigiosissima seconda supercar.
Al di là della rilevanza economica per clienti molto facoltosi, Vigna sottolinea un dettaglio non secondario: il rispetto Ferrari verso il cliente.
"Quando guardiamo al cliente, consideriamo che queste persone per comprare una Ferrari devono lavorare. Forse hanno il capitale per lavorare, ma in ogni caso hanno corso un rischio.
Quindi dobbiamo rispettarli perché per noi la cosa più importante è il cliente. In Ferrari la cosa più importante è il cliente. Dobbiamo assicurarci di trattarli nel modo giusto. Vedremo quando questi numeri saranno resi pubblici", ha aggiunto in merito ai dazi e le possibili misure adottate dalla Ferrari.
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