21.05.2025 ( Aggiornata il 24.05.2025 12:34 )
Tesla ha annunciato che a partire da giugno 2025 inizierà ufficialmente il servizio di Robotaxi ad Austin, in Texas. Ma chi si aspettava una flotta di veicoli autonomi a guida completamente automatizzata pronta a rivoluzionare il trasporto urbano dovrà rivedere le proprie aspettative. Secondo le anticipazioni del noto analista Adam Jonas di Morgan Stanley, il progetto partirà con una flotta ridotta composta da meno di 20 veicoli, con un accesso limitato a pochi selezionati utenti su invito. Le vetture circoleranno su strade pubbliche, ma sotto stretta sorveglianza, grazie a una struttura di tele-operatori pronti a intervenire da remoto in caso di necessità.
Fin dall’annuncio iniziale, Tesla ha promesso un servizio di robotaxi completamente autonomo, senza bisogno di conducente. Tuttavia, il lancio che si prospetta per giugno sarà ben lontano da una rivoluzione su larga scala. Come confermato da Jonas, il servizio sarà attivo esclusivamente ad Austin, città dove Tesla ha già sperimentato in precedenza soluzioni di ride-sharing interno con personale selezionato.
La decisione di limitare il progetto a pochi veicoli e utenti selezionati potrebbe servire a mitigare il rischio reputazionale nel caso si verifichino problemi. Infatti, la presenza dei tele-operatori sarà cruciale per garantire un livello minimo di sicurezza. In pratica, sarà come avere un “autista remoto” sempre pronto a subentrare, anche se a distanza. Una scelta che mostra prudenza, forse necessaria visti i riflettori sempre puntati sull’azienda di Elon Musk.
La parola d’ordine per questa fase iniziale è cautela. La tecnologia usata da Tesla, in particolare la cosiddetta Ground Truth Machine, sta mappando la città di Austin utilizzando sensori lidar e radar, elemento che rappresenta una novità rispetto all’approccio “solo telecamere” precedentemente adottato dalla casa automobilistica.
Questo suggerisce una strategia più matura e consapevole delle sfide che comporta la guida completamente autonoma. Tuttavia, rispetto all’immagine futuristica che Tesla ha sempre voluto dipingere – con auto che si guidano da sole in ogni condizione – l’attuale scenario è ben più vicino a un test controllato, piuttosto che a un cambiamento epocale nella mobilità urbana.
A ben vedere, ciò che Tesla si prepara a offrire non è molto diverso da quanto già in funzione in città come San Francisco e Austin stessa. In questi casi, alcune unità aziendali hanno già accesso a servizi di ride-sharing con Tesla che vengono guidate da un conducente pronto a subentrare se necessario. La novità sta nel fatto che il controllo sarà remoto, ma si tratta pur sempre di un livello intermedio, non ancora pienamente autonomo.
Inoltre, è importante sottolineare che Tesla non ha ancora confermato una data esatta per l’avvio del servizio, sebbene abbia più volte ribadito l’intenzione di partire a giugno.
Nel corso della stessa comunicazione, Adam Jonas ha aggiunto anche un’anticipazione su un altro progetto futuristico di Tesla: Optimus, il robot umanoide su cui l’azienda sta lavorando. Entro la fine del 2025, gli investitori potranno visitare il sito produttivo dove verrà realizzato, e l’obiettivo è di proporre un prezzo intorno ai 20.000 dollari. Una cifra elevata, ma non certo proibitiva per l’élite tecnologica che gravita intorno al mondo Tesla.
Nonostante le aspettative altissime degli ultimi anni, Tesla sembra aver scelto una strada graduale per entrare nel mondo della guida autonoma. Il lancio dei Robotaxi ad Austin potrebbe rappresentare una tappa fondamentale più che un punto di arrivo. L’esperimento su scala ridotta serve probabilmente a raccogliere dati reali e ottimizzare le tecnologie di guida autonoma prima di espandere il servizio su larga scala.
Inoltre, l’approccio «invite-only» ha un duplice vantaggio: limitare i rischi e creare una narrazione di esclusività intorno al nuovo servizio, in perfetto stile Tesla. In futuro, se i test andranno a buon fine e le autorità regolatorie daranno il via libera, potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione nel settore del trasporto urbano. Ma per ora, l’auto che si guida da sola resta più un esperimento che una realtà quotidiana.
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