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Vendita Iveco, cosa succede ora e gli scenari

Il MIMIT ha aperto un tavolo per vigilare sull'OPA, mentre i sindicati chiedono chiarezza sul futuro dei lavoratori
Vendita Iveco, cosa succede ora e gli scenari

La vendita dei due rami di Iveco, veicoli industiali a Tata e ramo militare a Leonardo, da parte di Exor ha suscitato reazioni da parte della politica e delle parti sociali. Con le divisioni specializzate in campo militare rimaste, per interesse strategico, in Italia, è la parte "civile" passata sotto il controllo indiano a passare sotto la lente di ingrandimento. Preoccupano, infatti, le decisioni che la nuova governance prenderà su stabilimenti e lavoratori italiani, anche se dalle intenzioni iniziali non sono previste chiusure e licenziamenti.

“Questo è un passo logico successivo alla scissione del business dei veicoli commerciali di Tata Motors e permetterà al nuovo gruppo di competere su una base veramente globale con due mercati domestici strategici in India ed Europa. Le attività complementari del gruppo risultante dalla combinazione delle due realtà e la sua maggiore portata rafforzeranno la nostra capacità di investire con audacia. Non vedo l'ora di ottenere le necessarie approvazioni e di concludere l'operazione nei prossimi mesi” ha detto Natarajan Chandrasekaran, a capo di Tata Motors. “Siamo orgogliosi di annunciare questa unione strategicamente significativa, che unisce due aziende con una visione condivisa sulla mobilità sostenibile. Inoltre, le più robuste prospettive della nuova realtà sono fortemente positive in termini di sicurezza dell'occupazione e dell'impronta industriale di Iveco Group nel suo complesso” hadichiarato Suzanne Heywood, presidente di Iveco Group.

Il MIMIT apre un tavolo

Il Ministro di Imprese e del Made in Italy, Adolofo Urso, ha convocato una riunione a Palazzo Piacentini, inaugurando un tavolo che seguirà i passi dell'acquisizione: “Siamo pienamente consapevoli del grande valore di questo asset dell’industria italiana: dei suoi stabilimenti, dei suoi marchi e delle sue professionalità. Riteniamo che questa importante operazione industriale, se ben strutturata, possa aprire nuove prospettive di sviluppo” ha dichiarato il Ministro Urso nel suo intervento.

“Il tavolo insediato oggi al Mimit - ha aggiunto - sarà permanente, come condiviso con azienda e parti sociali. Seguirà tutto il percorso di cessione dei prossimi mesi, affinché vi siano le massime garanzie per i lavoratori coinvolti e per la valorizzazione del patrimonio industriale di Iveco e di tutta la sua filiera”.

Il Ministro ha quindi espresso l’impegno di coinvolgere, già a partire dalla prossima riunione, le società Leonardo e Tata Group, in modo che possano illustrare le strategie e le prospettive di medio-lungo termine legate a queste operazioni industriali, insieme ai rappresentanti delle Regioni in cui hanno sede gli stabilimenti. Oltre agli aspetti produttivi e occupazionali, particolare attenzione sarà posta dal Mimit alla tutela della tecnologia, della ricerca e del patrimonio industriale, così da rafforzare la centralità del nostro Paese nello sviluppo internazionale dell'azienda.

Le preoccupazioni dei sindacati

Sara Rinaudo, vicesegretario generale Fismic Confsal, dichiara: “Guardiamo con senso di responsabilità e spirito collaborativo all’operazione in corso per il gruppo Iveco. Serve voglia di confronto, ma soprattutto di concretezza. Il nostro obiettivo per ciò che riguarda il settore interessato dall’Opa di Tata Motors, è quello di assicurare che qualsiasi transizione societaria avvenga nel pieno rispetto della continuità industriale, della tutela occupazionale e della valorizzazione del know-how italiano. Il Governo deve svolgere un ruolo di garante, affinché si definiscano condizioni e vincoli chiari a tutela dei lavoratori, degli stabilimenti e dell’intera filiera nazionale. Non possiamo rischiare di trovarci in un medio lungo periodo seduti allo stesso tavolo, a discutere però di situazioni penalizzanti per i lavoratori, dovute da eventuali passi più lunghi della gamba da parte di Tata Motors. Sarà importante comprendere il futuro dei rapporti di fornitura oggi attivi tra Iveco Defence e siti produttivi italiani come FPT Motori a Foggia e Driveline a Torino, che rappresentano eccellenze tecnologiche e occupazionali. Con l’ingresso di Leonardo e il suo accordo con Rheinmetall, sarà necessario chiarire il perimetro industriale e commerciale della nuova compagine, evitando impatti sulle attuali commesse”. Siamo fiduciosi - conclude - che il confronto con le parti industriali presenti oggi al tavolo possa avvenire in un clima costruttivo. La priorità è garantire che l’operazione porti a un progetto industriale solido e sostenibile nel tempo, scongiurando scenari di debolezza finanziaria o arretramento produttivo”.

“È gravissimo quanto è avvenuto rispetto alla vendita dello storico gruppo Iveco. Iveco ha ufficializzato oggi la vendita di Idv (Iveco Defence Vehicles) e Astra al gruppo Leonardo, e successivamente ha comunicato la vendita del resto del gruppo a Tata Motors. È inaccettabile che l'azienda abbia proceduto alla cessione di un intero settore industriale senza un confronto con le organizzazioni sindacali” affermano Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.

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