Manutenzione strade a Milano, il Comune annuncia un piano straordinario

Pavé, rotaie inutilizzate e asfalti sconnessi nel mirino. Il sindaco Sala promette interventi decisi in vie centrali e non solo
Manutenzione strade a Milano, il Comune annuncia un piano straordinario
© Nico Ruge, Unsplash

Luca TalottaLuca Talotta

Pubblicato il 1 agosto 2025, 12:45

«Non è più tempo di rinvii», ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala sui suoi profili social, annunciando un piano straordinario per la manutenzione delle strade di Milano che partirà a settembre. Una notizia che, se da una parte porta speranza agli automobilisti e ai motociclisti che ogni giorno sfidano buche, rotaie dismesse e pavé traballanti, dall’altra solleva legittime domande: perché solo ora? E soprattutto: sarà abbastanza?

Pavé, armamenti tranviari e asfalti al centro del piano

Secondo quanto scritto dallo stesso Sala, il Comune interverrà «nell’ultimo anno e mezzo di mandato» su diverse criticità: manti stradali deteriorati, pavimentazioni in pavé, rotaie non più in uso. Una scelta strategica – e in parte politica – che giunge con colpevole ritardo, ma che almeno promette un’azione concreta. Il sindaco ha aggiunto che sono in corso interlocuzioni con la Soprintendenza per trovare «le giuste soluzioni per i tratti stradali caratterizzati da masselli e armamenti tranviari», in particolare quelli storici del centro città.

Automobilisti e motociclisti esasperati: il pavé è pericoloso

Il dibattito sull’opportunità di mantenere o eliminare il pavé è acceso da anni. Se da un lato il suo valore storico-architettonico è indubbio, dall’altro la sua pericolosità per biciclette e motorini è sotto gli occhi di tutti. Le vibrazioni, le scivolate, le ruote incastrate tra i masselli: chiunque abbia attraversato via Torino o corso di Porta Romana lo sa bene. La bellezza non può più giustificare il pericolo, soprattutto in una città che vuole dirsi moderna e attenta alla mobilità sostenibile.

Le vie coinvolte nel piano: centro storico e non solo

Tra le strade indicate dal Comune ci sono via Torino, a due passi dal Duomo e da tempo un labirinto sconnesso per chi guida; Carrobbio e via Correnti, dove le rotaie abbandonate sono trappole in agguato; corso di Porta Romana da via Lamarmora alla porta, uno dei tratti più transitati e malridotti; corso Lodi, importante asse di collegamento sud; e via Bramante, simbolo di una zona in forte trasformazione ma ancora segnata da infrastrutture obsolete.

Un piano che arriva tardi e in extremis

Ciò che lascia perplessi è la tempistica: solo ora, a un anno e mezzo dalla fine del mandato, si annuncia un piano di questo calibro. E viene da chiedersi: perché non prima? I milanesi sono da tempo stanchi di rattoppi temporanei, di lavori che durano settimane per poi lasciare il manto stradale peggio di prima, di cantieri infiniti che bloccano interi quartieri.

Serve una strategia di lungo periodo, non l’ennesimo annuncio

Il piano straordinario, che verrà illustrato nei dettagli a settembre, rischia di essere l’ennesimo proclama se non accompagnato da azioni concrete, rapide e ben coordinate. Le strade di Milano non hanno bisogno solo di manutenzione straordinaria, ma di una strategia duratura che le renda sicure, moderne, sostenibili. Non è possibile che nel 2025 si debba ancora discutere della pericolosità del pavé o della presenza di rotaie inutilizzate.

Milano deve scegliere: bellezza o funzionalità?

Con questo piano, Milano si trova davanti a un bivio: conservare il pavé e le rotaie come reliquie del passato o investire su una città più vivibile e sicura. L’equilibrio è possibile, ma richiede coraggio e visione. E soprattutto la volontà di ascoltare chi quelle strade le percorre ogni giorno, tra sobbalzi, frenate e scatti di rabbia.

Aspettiamo settembre, ma con spirito critico

L’annuncio di Sala è importante, ma non basta. Sarà fondamentale vigilare su ciò che verrà promesso e su quanto verrà realmente fatto. Perché la manutenzione delle strade non è una gentile concessione dell’amministrazione: è un diritto sacrosanto di chi la città la vive ogni giorno, rischiando sulla propria pelle, su quattro o due ruote.

 

 

 

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