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Luca Talotta
4 ago 2025
La nuova Dongfeng M-Hero M817 non è un concept né un prototipo da fiera, ma una realtà industriale pronta alla produzione di massa. In un solo giorno, o meglio: in un’ora, sono piovuti 9.713 ordini. In appena quattro giorni, la cifra ha superato i 35.000 esemplari prenotati, un risultato che in Europa ci si sogna persino per auto compatte da città.
E non stiamo parlando di un’utilitaria, ma di un SUV plug-in hybrid lungo oltre 5 metri, pesante più di tre tonnellate e dotato di una scheda tecnica che suona come una provocazione: 912 CV, 1.280 Nm, 0-100 in 4,2 secondi, fino a 200 km in elettrico e oltre 1.000 km di autonomia totale.
Un colpo frontale al cuore dell’industria tedesca. Ma anche un nuovo scossone al modello Tesla, da sempre sinonimo di tecnologia d’avanguardia. Ora c’è un concorrente capace di offrire lo stesso – se non di più – a meno della metà del prezzo.
Il prezzo, in Cina, è letteralmente democratico: l’equivalente di circa 40.000 euro. In Europa, per quella cifra, si fatica a portarsi a casa una berlina ben accessoriata con motore a combustione. Là, invece, si ottiene un’astronave su ruote, dotata di tutto ciò che oggi l’automobilista può desiderare: infotainment all’avanguardia, guida assistita, ADAS, comfort da executive car e un’autonomia che elimina l’ansia da ricarica.
A rendere possibile questo salto è Huawei, partner tecnologico di Dongfeng che non si limita all’infotainment, ma integra l’intera architettura intelligente del veicolo. Il tutto gestito da un’interfaccia digitale che ricorda quella degli smartphone top di gamma, con uno schermo centrale da 15,6’’, un rotore per la selezione delle modalità di guida e materiali interni di alto livello.
Le due versioni già disponibili sono la City Edition, più sobria e urbana, e la Off Road Edition, pensata per il fuoristrada estremo. Quest’ultima monta ganci, protezioni, sospensioni rialzate e pneumatici “da guerra”. Insomma, un veicolo che può davvero fare tutto.
L’auto in sé è straordinaria. Ma ciò che preoccupa ancora di più è la velocità con cui è stata progettata, prodotta e commercializzata. La M-Hero M817 è il risultato di un’industria che non solo ha colmato il gap tecnologico, ma lo ha superato. Un colosso statale come Dongfeng ha impiegato pochi mesi per passare dall’annuncio alla produzione in scala, con una richiesta iniziale che mette in imbarazzo interi marchi premium tedeschi e americani.
L’efficienza del sistema industriale cinese è ormai imparagonabile rispetto a quella europea. Dove da noi si discute ancora di incentivi e aggiornamenti software, in Cina si lanciano SUV da 900 cavalli in pochi mesi, integrando intelligenza artificiale, software avanzati e filiere complete.
E tutto questo a un prezzo che smaschera le debolezze strutturali di un’Europa incapace di rispondere con la stessa velocità. Altro che concorrenza sleale: questa è concorrenza strutturalmente inarrivabile, se non si cambia marcia subito.
La domanda da porsi oggi non è se le auto cinesi arriveranno a conquistare il mercato globale. Ma quando e quanto velocemente lo faranno. Marchi come BYD, Nio, XPeng e ora anche M-Hero by Dongfeng non si accontentano più di essere outsider o curiosità da salone. Sono player aggressivi, ben finanziati, supportati da governi e capaci di integrare tecnologia, produzione e distribuzione in una catena iper-efficiente.
E mentre da noi le norme Euro 7 vengono ritardate, i bonus EV annaspano e le infrastrutture arrancano, dall’altra parte del mondo i SUV da 900 cavalli escono a migliaia dalle fabbriche.
Serve una riflessione seria, anche politica. Perché continuare a ignorare il sorpasso cinese significa firmare la resa dell’industria automobilistica europea. Non è una questione di protezionismo, ma di visione industriale. O si reagisce, oppure tra cinque anni anche il mercato interno sarà invaso da veicoli che fanno tutto meglio – e costano la metà.
Fino a pochi anni fa, si pensava che il futuro dell’auto si giocasse tra la Silicon Valley e la Germania. Oggi il baricentro si è spostato verso Oriente. In particolare, in un gigante industriale cinese che non ha più bisogno di copiare nulla: innova, anticipa, produce e distribuisce.
E lo fa con una strategia chiara: rendere accessibile la tecnologia più avanzata, abbattendo barriere di prezzo e segmentazione. Non più “auto per pochi”, ma “supercar per tutti”. Una rivoluzione culturale, prima ancora che tecnologica.
L’Europa resta a guardare, Tesla sembra rallentare e intanto – pezzo dopo pezzo – la leadership mondiale nel settore automotive si sta spostando verso Pechino, Shenzen, Chongqing. Se non è troppo tardi, è ora di svegliarsi.
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