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Tesla ferma la Model S e X in Europa: solo scorte disponibili

La casa di Elon Musk sospende di nuovo gli ordini per i suoi due modelli premium nel Vecchio Continente. Restano solo le unità in pronta consegna, ma il futuro è incerto.
Tesla ferma la Model S e X in Europa: solo scorte disponibili
© Ufficio stampa

Luca TalottaLuca Talotta

4 ago 2025

Nuova scossa nel mondo dell’elettrico: Tesla ha sospeso gli ordini delle Model S e Model X in Europa. Le due vetture di punta, una berlina e un SUV di lusso interamente elettrici, non sono più configurabili sul sito ufficiale europeo. Rimangono disponibili soltanto le unità già prodotte, in pronta consegna. Una mossa che riaccende l’attenzione sulle strategie industriali della casa californiana, proprio nel momento in cui Elon Musk cerca di razionalizzare i costi e rialzare i margini, a fronte di un primo semestre 2025 segnato da un importante calo delle vendite globali.

Una decisione che sa di déjà-vu

Non è la prima volta che accade: già tra il dicembre 2021 e l’agosto 2022 Tesla aveva sospeso la vendita in Europa di questi due modelli, dopo un importante aggiornamento. Lo stesso sta accadendo oggi: dopo un piccolo restyling di inizio giugno 2025, la produzione fatica a ingranare e l’azienda ha deciso di bloccare le nuove ordinazioni. Ufficialmente, nessuna dichiarazione definitiva è stata rilasciata, ma cresce l’ipotesi che la Model S e la Model X siano ormai riservate al solo mercato nordamericano, dove godono ancora di una domanda sufficiente a giustificare la produzione.

La questione produttiva: Fremont è sotto pressione

Entrambi i modelli vengono costruiti esclusivamente nello stabilimento di Fremont, California. Negli ultimi mesi, la capacità produttiva del sito ha mostrato dei limiti evidenti, soprattutto dopo gli ultimi aggiornamenti software e hardware delle vetture. L’impressione è che l’azienda stia affrontando un momento critico sul fronte logistico e industriale: troppe linee, troppi modelli e la necessità di tagliare i rami secchi per puntare su volumi e profitti.

Model S e Model X, del resto, non sono mai state auto da grandi numeri. Il loro valore simbolico e tecnologico è indiscutibile – sono state le apripista della mobilità elettrica di lusso – ma oggi, nel 2025, i numeri di vendita non reggono il confronto con Model 3, Model Y e con i progetti più economici in arrivo. È per questo che Tesla sembra voler ridimensionare la loro presenza internazionale, concentrandosi dove ancora possono avere un senso commerciale.

Scelte drastiche in un mercato che cambia

Le vendite di Tesla in Europa nel primo semestre 2025 hanno subito una battuta d’arresto significativa. In un contesto in cui la concorrenza cinese avanza con proposte sempre più agguerrite (vedi Chery, BYD, Leapmotor e Nio), e i costruttori europei si stanno finalmente riorganizzando, la strategia di Musk si fa più selettiva. Stop ai modelli poco redditizi, focus su auto più semplici da produrre e da vendere, magari con margini più contenuti ma numeri maggiori.

Una direzione coerente con quanto già visto nel 2022, quando Tesla interruppe definitivamente la produzione delle Model S e X con guida a destra, escludendo di fatto i mercati britannico, australiano e giapponese. Ora il timore è che la stessa logica venga applicata anche all’Europa continentale: se i numeri non giustificano la logistica, meglio rinunciare.

Che fine faranno le Model S e X in Europa?

Oggi non c’è una risposta certa. Tesla non ha ancora chiarito se questa sia una sospensione temporanea, legata a problemi di produzione o fornitura, oppure una scelta strutturale. La seconda ipotesi – seppur più preoccupante – sembra purtroppo la più realistica. L’Europa rappresenta un mercato sempre più competitivo e complesso, dove le berline di lusso elettriche devono confrontarsi con prodotti eccellenti come la BMW i5, la Mercedes EQE o l’Audi Q8 e-tron.

In questo contesto, la Model S e la Model X iniziano a mostrare la corda: nonostante aggiornamenti costanti, i progetti originali risalgono a oltre un decennio fa. L’hardware è stato evoluto, ma il concept generale è rimasto simile, e non basta più a sedurre un pubblico europeo sempre più esigente e attento al valore.

Mentre Musk guarda altrove, l’Europa resta in attesa

La sospensione delle vendite lascia quindi molti interrogativi. Tesla sembra più concentrata sul futuro lancio del nuovo Model 2 (una compatta elettrica da meno di 25.000 euro) e sul robotaxi autonomo atteso per fine 2025. Progetti ambiziosi, che però distolgono l’attenzione dalla gamma attuale, lasciando spazio ai competitor. E ancora una volta, a farne le spese sono gli automobilisti europei, che si trovano di fronte a un marchio sempre più focalizzato sul mercato americano.

Chi oggi volesse una Model S o una Model X in Italia – o altrove in Europa – dovrà accontentarsi di quello che resta in stock. Nessuna possibilità di configurazione, nessun ordine personalizzato. Una condizione che rischia di mettere in difficoltà anche i concessionari e i rivenditori, che avevano puntato su questi modelli come vetrina di lusso per il marchio.

Chi protegge davvero il mercato europeo?

Quello che preoccupa, più del singolo caso Tesla, è la fragilità complessiva del settore auto in Europa. La facilità con cui un colosso può “spegnere” il mercato di un intero continente senza preavviso o contropartita fa riflettere. Dove sono le istituzioni europee quando si tratta di garantire equità, continuità e tutela del consumatore?

Elon Musk può decidere di spostare i suoi interessi altrove, ma noi – automobilisti, giornalisti e cittadini – dobbiamo pretendere più trasparenza, più attenzione e più responsabilità. Siamo un mercato importante, non una riserva da svuotare quando serve.

 

 

 

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