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Aston Martin DBS ‘Octavia’, il restomod estremo di Ringbrothers

L'icona britannica diventa una hypercar artigianale da oltre 800 cv, con telaio racing e carrozzeria interamente in carbonio
Aston Martin DBS ‘Octavia’, il restomod estremo di Ringbrothers

Gianluca GuglielmottiGianluca Guglielmotti

21 ago 2025 (Aggiornato alle 12:53)

Alla Monterey Car Week le soprese non mancano mai. Tra le più eclatanti dell’edizione 2025 spicca, però, il restomod “Octavia”, reinterpretazione radicale di una Aston Martin DBS del 1971 firmata dai Ringbrothers. L’officina statunitense, celebre per le sue trasformazioni di muscle car americane, ha impiegato oltre 12.000 ore tra progettazione e realizzazione per riscrivere in chiave moderna ed estrema il mito della coupé inglese resa celebre anche dal cinema.

Aston Martin DBS Octavia restomod

Il progetto è partito da una DBS originale con V8 5.3 litri da circa 320 cv, ma ben presto l’auto è stata smontata fino all’ultimo bullone per far posto a un nuovo "cuore" tecnico. Al di sotto della linea “coke bottle” tipica dell’epoca si cela ora un telaio Roadster Shop Fast Track Stage III con sospensioni indipendenti posteriori, carreggiate allargate di 20,3 cm (8 pollici) all’anteriore e 25,4 cm (10 pollici) al posteriore, e un passo aumentato di 7,6 cm (3 pollici) per maggiore stabilità. La scocca, completamente ridisegnata con il contributo del designer Gary Ragle, è stata ricostruita in fibra di carbonio da Gemini Technology Systems, con proporzioni più muscolose e moderne. L’assetto si affida ad ammortizzatori RS SV by Fox Racing, mentre la potenza frenante è garantita da un impianto Brembo di derivazione racing. A completare il quadro dinamico, ruote HRE su misura con pneumatici Michelin Pilot Sport Cup 2, differenziale Ford 9” Strange Engineering e una gabbia roll-bar integrata per sicurezza e rigidità torsionale.

Motore V8 5.0 Ford sovralimentato

Se la silhouette richiama la tradizione Aston Martin, il motore tradisce le origini dei Ringbrothers: sotto il cofano anteriore - come anticipato - trova posto un V8 5.0 litri Coyote Ford, elaborato da Wegner Motorsports con compressore volumetrico da 2,65 litri Harrop, in grado di sviluppare 805 cavalli, un valore superiore alle Aston moderne con motore V12. La potenza viene trasmessa al retrotreno attraverso un cambio manuale Bowler TR-6060 Magnum a sei marce, collocato in posizione trasversale posteriore per ottimizzare i pesi. Un impianto di scarico progettato su misura completa l’opera, con un sound che promette emozioni al pari delle prestazioni.

Design e interni: tra eleganza inglese e aggressività made in USA

Il risultato estetico è un mix affascinante tra il DNA Aston Martin e l’aggressività delle supercar moderne. La linea, pur mantenendo il carattere della DBS originale, è stata reinterpretata con elementi più vicini alle Vantage di inizio anni ’70, ma resi ancora più scultorei grazie alla fibra di carbonio a vista. Anche l’abitacolo è stato rivoluzionato, con un mix di dettagli artigianali, componenti moderni e una gabbia di sicurezza che lo avvicina a una vettura da competizione.“Octavia è la sintesi della nostra immaginazione e delle più avanzate tecniche di lavorazione”, ha dichiarato Jim Ring, cofondatore dei Ringbrothers. “Ci siamo chiesti: cosa guiderebbe un agente dell’MI6 (Secret Intelligence Service, l'agenzia di spionaggio per l'estero britannica ndr) in vacanza? Questa è stata la nostra risposta. Ogni dettaglio è frutto di un’attenzione maniacale e di una collaborazione con partner come Gentex, HRE Wheels e BASF, che ci hanno permesso di realizzare un progetto di cui siamo orgogliosi.

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