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Assicurazione auto: ecco perché l’ibrido costa meno del Diesel

Assicurare un’auto ibrida può far risparmiare fino al 17% rispetto a un modello Diesel. Ma la maggior parte degli automobilisti ignora il legame tra motore, costi di gestione e premio RC auto
Assicurazione auto: ecco perché l’ibrido costa meno del Diesel
© Pixavril

Luca TalottaLuca Talotta

4 set 2025 (Aggiornato alle 08:48)

Il cuore di un’auto è il suo motore, eppure gli italiani sembrano conoscerlo poco. Secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research, meno del 20% degli intervistati è consapevole del fatto che il propulsore installato sulla propria vettura non sempre è progettato e costruito dalla stessa Casa automobilistica che firma il cofano. Una percentuale che scende all’11% tra le donne e che mette in luce una scarsa cultura tecnica che, purtroppo, può avere conseguenze dirette sul portafoglio.

La maggioranza dei rispondenti (41%) si colloca su livelli medio-bassi di consapevolezza, mentre il 6% ammette di non avere alcuna idea su chi realizzi effettivamente i motori delle auto in commercio. E nelle regioni del Centro Italia il dato peggiora, arrivando al 12%.

Insomma, quando si sceglie una nuova macchina, gli automobilisti italiani guardano soprattutto a prezzo, consumi e sicurezza. Pochissimi si informano davvero sulla provenienza del motore, anche se questo incide su affidabilità, manutenzione e persino sull’assicurazione.

RC auto, bollo e cilindrata: il peso nascosto del motore

Qui arriva il punto dolente. Le istituzioni e le compagnie assicurative parlano sempre di sicurezza, sostenibilità e incentivi. Ma quando si tratta di fare i conti, l’automobilista si trova davanti a una giungla di regole e tariffe che spesso non premiano chi sceglie con coscienza.

Il bollo auto, ad esempio, dipende direttamente dalla potenza del motore espressa in kilowatt, riportata sul libretto. Più kW significa più tasse da pagare. Le assicurazioni, dal canto loro, considerano anche la cilindrata: secondo l’analisi di Facile.it, il premio RC auto può crescere fino al 57% se si confronta una citycar da meno di 1.000 cc con una berlina tra i 2.000 e i 3.000 cc, a parità di valore d’acquisto (30.000 euro).

Un principio che penalizza chi ha bisogno di un’auto più potente per lavoro o famiglia, perché automaticamente viene considerato un “potenziale rischio” maggiore. In poche parole, non si premia l’uso consapevole, ma si generalizza.

L’ibrido conviene davvero (almeno sull’assicurazione)

Una buona notizia però c’è. Le compagnie iniziano a premiare, seppur in maniera timida, chi sceglie l’ibrido. Sempre secondo Facile.it, assicurare un’auto a benzina o Diesel costa in media più che coprire un modello ibrido.

Prendiamo i veicoli con potenza inferiore a 75 kW: in questo caso, l’ibrido paga circa il 10% in meno rispetto al Diesel. Ma la forbice si allarga con la potenza: tra i 120 e i 200 kW, il divario diventa del 4% rispetto alla benzina e addirittura del 17% rispetto al Diesel.

Un vantaggio che, sommato ai minori consumi in città e ad alcuni incentivi fiscali, può rendere l’ibrido la scelta più intelligente. Peccato che spesso manchi un’informazione chiara e accessibile per l’automobilista medio, costretto a districarsi tra tabelle, preventivi e clausole scritte in piccolo.

Un sistema che penalizza chi non è esperto

Il messaggio che arriva è chiaro: in Italia avere un’auto è sempre più complicato e costoso, nonostante serva a milioni di famiglie per vivere e lavorare. La mancanza di trasparenza e di educazione tecnica pesa sui cittadini. Pochi sanno davvero cosa significhi “cilindrata” o “kW”, eppure sono questi i parametri che determinano quanto pagheranno ogni anno di bollo e assicurazione.

«Il motore conta», dicono gli automobilisti. Ma troppo spesso è solo una questione di fiducia nel marchio e non di reale conoscenza del propulsore. Intanto, chi guida paga, senza avere strumenti per difendersi.

È inaccettabile che nel 2025 l’automobilista debba ancora affidarsi a comparatori online per orientarsi in un settore che dovrebbe essere trasparente e regolato con criteri semplici e comprensibili. Serve più chiarezza da parte delle Case e più onestà da parte delle compagnie. Perché il motore è davvero il cuore dell’auto, e non può essere solo una voce in più sul conto finale da pagare.

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