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Genitori al volante, un italiano su cinque ammette di non usare il seggiolino

Troppi genitori trascurano la sicurezza in auto: la survey di Autohero mostra differenze generazionali e ostacoli pratici che pesano sulle famiglie

Genitori al volante, un italiano su cinque ammette di non usare il seggiolino
© Autohero

Luca TalottaLuca Talotta

8 set 2025

La sicurezza dei più piccoli a bordo non può essere trattata come un dettaglio, eppure la nuova survey di Autohero evidenzia una realtà che lascia perplessi: il 21% dei genitori italiani ammette di non aver utilizzato il seggiolino almeno una volta. Una leggerezza che può costare cara, visto che il Codice della Strada (art. 172) impone l’obbligo del sistema di ritenuta fino ai 150 cm di altezza del bambino. Ancora più grave se si considera che l’80% dichiara di usarlo sempre, il che lascia intendere che quasi un genitore su cinque si sia permesso una “deroga personale” a scapito della sicurezza.

Le differenze generazionali sono lampanti: tra i 30 e i 39 anni il 92% dichiara di utilizzare sempre il seggiolino, contro il 65% degli over 50. Questo significa che i più giovani, cresciuti in una cultura della sicurezza più marcata, hanno recepito meglio l’importanza di certe regole. Ma resta il fatto che la fascia più adulta, spesso alla guida di auto familiari e con più esperienza, risulta meno rigorosa.

Seggiolino auto, troppe difficoltà per i genitori

Dai dati emergono ostacoli quotidiani che non possono essere ignorati. Un terzo dei genitori (34%) lamenta problemi di installazione, segno che i produttori dovrebbero semplificare i sistemi di montaggio invece di complicarli con meccanismi macchinosi. Il 32% parla di stress e resistenze dei bambini, un fattore reale che va gestito con informazione e praticità, non lasciando il genitore solo a gestire capricci e urgenze. Il 30% segnala una carenza di informazioni, e questo è un fallimento collettivo: istituzioni e aziende non hanno saputo comunicare con efficacia. Infine, il 29% considera il costo un problema, e qui il tema diventa sociale: come si può pensare che la sicurezza sia un lusso?

La verità è che i genitori vengono lasciati soli, stretti tra obblighi di legge, prezzi non sempre accessibili e prodotti spesso difficili da installare. Poi ci si stupisce se qualcuno decide di rinunciare al seggiolino per un breve tragitto. Una scelta sbagliata, certo, ma resa più probabile da un sistema che scarica responsabilità senza offrire soluzioni.

Qualità e sicurezza, italiani attenti ma non supportati

Nonostante le difficoltà, gli italiani dimostrano di avere chiari i criteri di scelta: il 96% considera fondamentale acquistare un seggiolino di qualità, guardando soprattutto al rispetto delle normative (73%) e alla comodità del bambino (61%). Seguono la facilità d’installazione (46%) e i risultati nei test ADAC e TCS (44%). Anche il prezzo conta (40%), ma resta in fondo ai criteri: la priorità è mettere in auto un dispositivo sicuro e affidabile.

Sul tema dell’usato, i genitori sono divisi: il 73% lo ritiene affidabile, ma non mancano i timori sull’usura e sul rispetto delle norme. È un segnale chiaro: le famiglie vorrebbero soluzioni economiche, ma senza rinunciare alla sicurezza. Peccato che lo Stato non intervenga con incentivi dedicati, come invece avviene per altre spese legate alla mobilità.

Un problema culturale e politico

La survey mette in luce anche un problema culturale: solo il 56% dei genitori si considera ben informato sulle normative, e spesso chi lo è di più lo deve all’esperienza diretta, come dimostra il dato del 75% di consapevolezza tra chi ha quattro figli. Inoltre, solo la metà dei genitori spiega regolarmente ai propri figli le regole di sicurezza, segno che manca un’educazione sistematica alla prevenzione.

E allora, di chi è la colpa se ancora oggi, nel 2025, discutiamo di genitori che non usano il seggiolino? Certo, le famiglie hanno le loro responsabilità, ma scaricare tutto su di loro è ingiusto. Lo Stato dovrebbe garantire seggiolini sicuri a prezzi accessibili, campagne informative efficaci e controlli seri, invece di limitarsi a sanzionare. Perché la sicurezza non può essere un privilegio, ma un diritto di tutti.

 

 

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