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Luca Talotta
18 set 2025 (Aggiornato alle 07:43)
La vera beffa per gli automobilisti è che molte auto elettriche davvero potenti restano fuori dai giochi. Il limite di listino a 35.000 euro è penalizzante: significa che berline e SUV con potenze superiori a 250 CV, magari dotati di trazione integrale e batterie di lunga durata, non hanno diritto al bonus. In pratica, chi vuole una vettura che possa sostituire senza compromessi un’auto termica premium deve mettere mano al portafogli senza aiuti statali.
E non basta: l’obbligo di residenza nelle Fua taglia fuori milioni di italiani, il vincolo dell’Isee rende il bonus un miraggio per famiglie con redditi medio-alti, mentre la rottamazione obbligatoria costringe a possedere un’auto vecchia per poter accedere al contributo. Insomma, un sistema che più che favorire davvero la transizione energetica, la ingabbia in paletti burocratici.
Alla luce di queste restrizioni, la scelta migliore è cercare un compromesso: potenza sufficiente, autonomia reale e prezzo gestibile con incentivo. La Tesla Model 3 e la Kia EV3 sono le regine di questo equilibrio, mentre modelli come MG4, Renault 5 E-Tech e Citroën ë-C3 rappresentano alternative più economiche ma comunque valide.
La sensazione, però, è che lo Stato abbia perso l’occasione di spingere davvero gli automobilisti verso l’elettrico potente e competitivo. I fondi finiranno presto, e chi non rientra nelle maglie strette dei requisiti resterà a mani vuote. Una politica che sembra più fatta per mettere bandierine verdi che per aiutare i cittadini.
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