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Rc auto 2025: premi medi a 415 euro, Napoli la più cara

Luca Talotta
3 ott 2025
La fotografia più aggiornata arriva dall’indagine IPER dell’Ivass: nel secondo trimestre 2025 il premio medio Rc auto è pari a 415 euro, +3,7% su base annua (+2% in termini reali, al netto dell’inflazione). Il ritmo è meno intenso rispetto al 2024, ma la tendenza resta al rialzo. Dal 2022 l’incremento complessivo sfiora +17,5% (da 353 a 415 euro). Un dato che si traduce in una spesa più pesante per milioni di automobilisti.
Qui la difesa, senza sconti, dell’automotive è d’obbligo: il comparto assicurativo e quello auto condividono costi più alti(riparazioni, ricambi, manodopera) e una sinistrosità in calo non ovunque omogenea; tuttavia, per l’utente la percezione è una sola: polizze più care. Per questo servono interventi strutturali e trasparenza sui driver di prezzo, non slogan. Ridurre il differenziale tra premio di tariffa e prezzo effettivo, oggi molto condizionato dalla scontistica, aiuterebbe la leggibilità del mercato.
Province: divari netti tra Nord e Sud
La mappa provinciale conferma squilibri storici. Napoli è la più cara con 597,6 euro medi a polizza, seguita da Prato (586,7) e Caserta (532,4). All’opposto Enna è la più economica (298,9 euro), poi Potenza (304,6) e Oristano (311). Nel mezzo, grandi città del Centro-Nord come Firenze, Lucca, Pisa e Genova si attestano tra 480 e 490 euro, mentre Milanoresta sotto soglia 400 (circa 399,7). In termini dinamici, gli aumenti annui più forti si registrano ad Aosta e Roma(+5,6%), mentre Vibo Valentia limita il rialzo a +1,4%. Il divario tra la provincia più costosa e quella più economica sfiora i 300 euro.
Nota importante: l’Ivass segnala che metà delle province supera 389 euro e che nel 25% più caro si vanno oltre 418 euro; il differenziale storico Napoli–Aosta resta elevato (circa +264 euro).
Perché i premi crescono (e cosa si può fare)
Il rialzo è figlio di più fattori: costi di riparazione, inflazione settoriale, minor penetrazione delle scatole nere (17,2% delle auto, in calo), geografia dei rischi e politiche commerciali. Nel frattempo, consumatori e associazioni chiedono correttivi: Codacons stima in oltre 2 miliardi di euro l’extra-esborso 2022-2024; Assoutenti invoca l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sull’indennizzo diretto per riequilibrare la gestione dei sinistri e favorire prezzi più equi. Federconsumatori sottolinea che gli aumenti proseguono nonostante il calo dell’incidentalità. Serve una riforma organica, accompagnata da più concorrenza nei canali distributivi (direct vs rete agenziale) e da reti di riparazione più efficienti.
Uno sguardo costruttivo, pro-automotive: spingere su ricambi equivalenti certificati, riparazioni sostenibili, pricingbasato su telematica volontaria e prevenzione (ADAS, corsi di guida, manutenzione). Così si tutela l’utente senza demonizzare il settore.
Cosa può fare oggi l’automobilista
- Confrontare: i canali diretti mostrano mediamente premi più bassi (371 euro contro 420 della rete tradizionale), anche se la migliore polizza dipende dal profilo individuale (chilometraggi, classi di merito, garanzie accessorie).
- Valutare la scatola nera: meno diffusa del passato, resta uno strumento efficace per premiare stili di guida virtuosi (soprattutto in province ad alto rischio).
- Ridurre il rischio: parcheggio in box, anti-furto certificati, ADAS attivi e franchigie calibrate alleggeriscono il premio.
- Evitare sovra-assicurazione: garanzie accessorie utili (kasko minikasko, eventi naturali) vanno scelte in baseall’utilizzo reale dell’auto.
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