Auto autonoma “sfugge” al posto blocco: chi paga se guida l’intelligenza artificiale?

Auto autonoma “sfugge” al posto blocco: chi paga se guida l’intelligenza artificiale?
© Waymo

Luca TalottaLuca Talotta

21 ott 2025

Nel cuore di San Bruno, un episodio inaspettato ha messo in luce una delle sfide più grandi legate alla crescente diffusione dei veicoli autonomi. Un’auto Waymo, famosa per la sua avanzata tecnologia di guida senza conducente, ha compiuto una manovra vietata durante un posto di blocco DUI, eludendo il controllo degli agenti. La scena ha sorpreso non solo la polizia, ma anche il sistema giuridico, che non ha ancora strumenti adeguati per gestire le violazioni commesse da un veicolo che non ha un conducente umano al volante.

Il “glitch” tecnologico che solleva interrogativi giuridici

Quando gli agenti si sono trovati davanti a un’auto senza conducente, la situazione è diventata subito complessa. La polizia non aveva un “responsabile fisico” a cui contestare la violazione, portando a una grande confusione sul da farsi. Il veicolo autonomo ha eseguito un U-turn, aggirando il checkpoint senza alcuna interferenza da parte di un conducente umano, lasciando le forze dell’ordine senza un punto di riferimento. L’incidente è stato solo segnalato a un referente dell’azienda, ma non è stato emesso alcun verbale.

Questo episodio ha evidenziato una grave lacuna normativa che, fino all’entrata in vigore della legge AB 1777 nel 2026, lascia i veicoli autonomi in una sorta di “zona grigia” giuridica. In questa fase transitoria, la responsabilità civile e penale per le infrazioni commesse da auto autonome rimane indefinita, poiché non è chiaro se debba essere attribuita all’algoritmo o all’azienda proprietaria del veicolo.

La legge AB 1777: una soluzione in arrivo?

La legge AB 1777, prevista per entrare in vigore nel 2026, promette di risolvere questo vuoto normativo. Secondo la nuova normativa, le aziende proprietarie di veicoli autonomi potranno essere sanzionate direttamente in caso di violazioni stradali, invece di lasciare la responsabilità sospesa tra il software e i server aziendali. Tuttavia, l’introduzione di questa legge solleva numerosi interrogativi, tra cui: come si attribuisce la responsabilità civile quando l’errore è causato da un algoritmo e non da una persona? E quali strumenti dovranno essere messi a disposizione delle forze dell’ordine per monitorare e controllare i veicoli autonomi?

Il dibattito sulla trasparenza dei dati e la protezione della privacy

Un altro punto caldo riguarda l’accesso ai dati tecnici del veicolo. Le forze dell’ordine chiedono di avere accesso ai registri di bordo per monitorare il comportamento del software e intervenire tempestivamente in caso di anomalie. Tuttavia, le aziende come Waymo si preoccupano della protezione della privacy e dei dati sensibili, temendo che un eccesso di trasparenza possa compromettere la sicurezza industriale e commerciale.

Soluzioni tecnologiche: geofencing e comunicazione con le forze dell’ordine

Per evitare ulteriori incidenti, si stanno valutando soluzioni tecnologiche avanzate, come aggiornamenti software che permettano ai veicoli di riconoscere la presenza delle forze dell’ordine e rispettare i posti di blocco. Altre idee includono sistemi di geofencing che limitano le manovre in aree sensibili e protocolli di comunicazione diretta tra le auto autonome e le autorità. Queste tecnologie potrebbero rendere il controllo delle auto senza conducente più sicuro e più trasparente, ma richiedono una stretta collaborazione tra le istituzioni pubbliche e le aziende private.

Chi paga quando guida l’algoritmo?

L’incidente di San Bruno non è solo una curiosità locale, ma il simbolo di una trasformazione profonda nel modo in cui concepiamo la mobilità. Con l’avvento dei veicoli autonomi, il confine tra guida umana e automazione diventa sempre più sfumato, sollevando la necessità di nuove regole e strumenti giuridici. La responsabilità civile in caso di errori da parte di un’intelligenza artificiale è una questione ancora aperta, e la risposta sembra essere rimandata a un futuro tutto da scrivere. 

 

 

 

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