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Codice della Strada 2025: le nuove regole sulle distrazioni alla guida

Luca Talotta
Pubblicato il 27 ottobre 2025, 06:29
Il Codice della Strada 2025 segna una svolta epocale nella lotta contro la distrazione alla guida, oggi tra le principali cause di incidente in Italia. Con l’entrata in vigore della Legge 177/2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso dicembre, l’articolo 173 è stato riscritto per adeguarsi ai nuovi comportamenti digitali degli automobilisti.
L’obiettivo è chiaro: ridurre drasticamente entro il 2030 il numero di sinistri legati all’uso del cellulare, con una stretta normativa e culturale che mira a responsabilizzare chiunque si metta al volante.
Il legislatore ha voluto superare l’idea di “infrazione minore”: oggi, il concetto di distrazione si estende ben oltre la telefonata, coinvolgendo ogni gesto o attenzione che allontani lo sguardo, le mani o la mente dal controllo del veicolo.
Distrazione digitale: un comportamento da rischio collettivo
L’articolo 173, nella sua nuova formulazione, stabilisce che l’attenzione del conducente deve essere continua, esclusiva e non condivisa con altre attività. Il principio è semplice ma rivoluzionario: qualsiasi interazione con dispositivi elettronici portatili – smartphone, tablet, smartwatch, notebook o schermi multimediali non integrati – è considerata incompatibile con la guida sicura.
Non importa se si risponde a una chiamata, si legge un messaggio su WhatsApp o si controlla una notifica Instagram: ogni distrazione visiva, manuale o cognitiva configura una violazione.
Il legislatore riconosce che la tecnologia è ormai parte della mobilità moderna, ma ne delimita i confini. In auto, l’unica interazione ammessa è quella hands-free, cioè senza contatto fisico con lo schermo. Tutto ciò che comporta uno sguardo distolto dalla strada anche per pochi secondi può avere conseguenze drammatiche: a 50 km/h, un secondo di distrazione equivale a oltre 14 metri percorsi “alla cieca”.
Sanzioni più severe: cosa cambia nel 2025
Prima violazione
La prima volta che un automobilista viene sorpreso con lo smartphone in mano durante la marcia, la sanzione scatta in modo immediato: da 250 a 1.000 euro di multa, con decurtazione di 5 punti dalla patente e sospensione del documento da 15 giorni a 2 mesi.
Una misura che vuole avere effetto educativo e deterrente: il messaggio è chiaro, non esistono più “leggerezze” tollerate.
La sospensione, definita “breve”, è disposta dal Prefetto e può essere applicata sul posto dalle forze dell’ordine, eliminando i tempi d’attesa che in passato ne limitavano l’efficacia.
Recidiva entro due anni
Se la stessa violazione viene commessa entro 24 mesi, la stretta diventa più dura. Le sanzioni salgono a 350–1.400 euro, i punti decurtati diventano 10, e la sospensione può durare da 1 a 3 mesi, fino a 6 mesi in caso di incidente con feriti.
Si tratta della cosiddetta recidiva specifica: il comportamento reiterato segnala un disprezzo consapevole delle regole e può portare anche al ritiro immediato della patente e all’obbligo di frequentare un corso di revisione.
Sospensione breve: come funziona davvero
Il nuovo sistema di sospensione breve rappresenta la vera innovazione del Codice della Strada 2025. In passato, tra l’accertamento dell’infrazione e l’applicazione effettiva della sanzione trascorrevano settimane; oggi, invece, la misura può essere eseguita direttamente al momento della violazione, con tempi di sospensione variabili in base alla gravità del comportamento e al numero di punti residui.
Le Prefetture hanno ricevuto precise istruzioni per applicare la norma in modo uniforme su tutto il territorio, evitando disparità di trattamento. La sospensione immediata ha una funzione chiara: far capire all’automobilista, sul momento, il peso reale della distrazione e la sua pericolosità per sé e per gli altri.
Dispositivi vietati e principio hands-free
L’aggiornamento dell’articolo 173 non si limita a vietare l’uso del cellulare, ma estende il divieto a qualsiasi dispositivo elettronico portatile che richieda interazione manuale o visiva: tablet, smartwatch, notebook e lettori multimediali.
Restano ammessi soltanto i sistemi integrati e comandabili vocalmente tramite comandi al volante o assistenti vocali. Il principio è: se serve toccare lo schermo, non si può usare durante la guida.
Viene inoltre confermato il divieto di utilizzare cuffie su entrambe le orecchie o auricolari che isolano dal traffico. È permesso, invece, un solo auricolare o il vivavoce Bluetooth, purché l’interazione sia completamente vocale.
La ratio è acustica e di sicurezza: chi guida deve poter percepire i suoni esterni, come sirene e clacson, per reagire in tempo.
Navigatori e infotainment: quando si rischia la multa
Il legislatore ha chiarito anche i limiti d’uso dei sistemi di bordo e dei navigatori integrati. È lecito consultare lo schermo del navigatore per visualizzare le indicazioni, ma non è consentito digitare, modificare il percorso o scorrere menùdurante la marcia.
Le operazioni devono essere eseguite solo a veicolo fermo o tramite comandi vocali. La gestione dello smartphone usato come navigatore è ammessa solo se fissato a un supporto e se non comporta interazioni manuali: basta un tocco per far scattare la sanzione.
Le casistiche più comuni di violazione
Le forze dell’ordine hanno segnalato alcune condotte ricorrenti che rientrano nel nuovo perimetro del divieto:
- consultare notifiche al semaforo o in coda;
- registrare video o selfie durante la marcia;
- scrivere messaggi vocali con lo smartphone in mano;
- cambiare canzoni o impostazioni su schermi non vocali;
- toccare il display del navigatore per modificare il tragitto.
In tutte queste situazioni, la distrazione non è più considerata “minima”. Anche un singolo secondo può essere decisivo: a 90 km/h, l’auto percorre oltre 25 metri senza che il conducente guardi la strada.
Un approccio più severo ma realistico
La riforma del Codice della Strada 2025 non nasce solo per punire, ma per educare a una guida più consapevole. Le sanzioni più dure hanno un valore preventivo, ma anche simbolico: guidare non è compatibile con l’uso del telefono, né con l’idea che si possa “controllare tutto”.
Le nuove norme tengono comunque conto delle evoluzioni tecnologiche, riconoscendo la legittimità dei sistemi hands-free e degli assistenti vocali, strumenti che rappresentano la via maestra per una mobilità più sicura e connessa.
Il settore automobilistico, da parte sua, sta rispondendo con veicoli dotati di interfacce vocali, HUD e sensori intelligentiche riducono il rischio di distrazione. Una dimostrazione concreta di come industria e legislazione possano muoversi nella stessa direzione: quella della sicurezza attiva.
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