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UE, tempo scaduto? Bisogna salvare l'automotive con un dialogo strategico

L’Europa si accorge solo ora che il settore dell'auto dà lavoro a oltre 13 milioni di persone e, dopo leggi folli, ora cerca un rimedio

UE, tempo scaduto? Bisogna salvare l'automotive con un dialogo strategico
© LaPresse

Andrea BrambillaAndrea Brambilla

11 feb 2025 (Aggiornato il 13 feb 2025 alle 17:07)

Europa dell’auto sarà ancora in tempo il 5 marzo, quando verrà presentato il “Dialogo Strategico” dal Presidente Ursula von der Leyen a risolvere i suoi problemi creati da un Parlamento di burocrati green, oppure uno dei comparti più importanti della nostra industria resterà schiacciato da regole e leggi capestro a tutto vantaggio di Costruttori di altri Continenti? Il problema principale è che stiamo pagando scelte imposte da politici di serie B. Sì, perché i vari Stati non hanno capito che, fatta l’Europa, bisognava mandare al suo Parlamento dei numeri uno e non delle riserve, e spesso scarse. Gli Stati europei i politici di punta, o più bravi se così si possono considerare, li tengono a casa, mentre il “contentino” di quelli non eletti è da sempre il Parlamento Europeo. Ma, visto che oggi è a Bruxelles che si fanno le leggi principali, il risultato è la situazione del settore automotive che stiamo vivendo.

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Il piano del “Dialogo Strategico”, che verrà presieduto proprio dalla von der Leyen, prevede come citato dal documento della Commissione Europea: "...tra i principali punti di discussione l’innovazione, la transizione pulita e la decarbonizzazione, la competitività e la resilienza, le relazioni commerciali e la parità di condizioni a livello internazionale, come pure la razionalizzazione normativa e l’ottimizzazione dei processi". Ma prosegue asserendo che "La Commissione europea si impegna a collaborare con tutti i portatori di interessi per assicurare la competitività, la sostenibilità e la resilienza a lungo termine dell’industria automobilistica europea. Il dialogo strategico è un passo fondamentale verso il conseguimento di tale obiettivo". E per la prima volta il Parlamento Europeo si accorge che: "L’industria automobilistica, una delle pietre angolari dell’economia europea, dà lavoro a oltre 13 milioni di persone e contribuisce per circa il 7% al PIL dell’UE. Si tratta di un settore fondamentale, che si trova tuttavia ad affrontare un periodo di grandi trasformazioni indotte dalla digitalizzazione, dalla decarbonizzazione, da una maggiore concorrenza e da un panorama geopolitico in evoluzione".  Insomma il settore dell’auto si trova ad affrontare delle trasformazioni che hanno imposto i politici, gli stessi politici che adesso si accorgono che è un settore fondamentale, che appunto loro stessi hanno messo in crisi.

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In pratica il contrario di quello che sta facendo Donald Trump, che difende le industrie e i lavoratori che lo hanno eletto, e che per l’Europa è un’altra “spina nel fianco”. Vedremo cosa scaturirà dal “Dialogo Strategico”, ma nel frattempo il mercato dell’auto continua a precipitare. A gennaio in Italia sono state vendute 133.692 autovetture, -5,9% rispetto allo scorso anno. Con previsioni certamente non positive per i prossimi mesi con le BEV stazionarie, e le plug-in hybrid sottoposte a nuove norme sulle emissioni di CO2. Infatti da gennaio di le ibride con la spina sono soggette a una revisione della curva del fattore di utilità, secondo lo standard sulle emissioni Euro 6e-bis, con l’obiettivo di misurare in modo più corretto il reale utilizzo e le relative emissioni. I modelli esistenti dovranno essere riomologati secondo le nuove norme entro la fine dell’anno e un ulteriore adeguamento avrà luogo nel 2027-28. In pratica le emissioni delle PHEV verranno testate anche a batteria scarica e non solo in elettrico.

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