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Dyson, marcia indietro sull'auto elettrica

James Dyson ha comunicato la cancellazione del programma di sviluppo di più veicoli elettrici a batteria, risultato non sostenibile sotto il profilo commerciale

Dyson, marcia indietro sull'auto elettrica

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

11 ott 2019

Non è semplice progettare, sviluppare, produrre, vendere e (magari) arrivare anche a guadagnarci dal business automotive. Se n’è accordo anche il big degli aspirapolvere, Dyson. Il progetto ambizioso, supportato da 3 miliardi di euro di investimenti, puntava a tuffarsi nella partita dell’auto elettrica a batteria, sperando di poterne diventare un player.

Servono spalle solide per sostenere la corsa allo sviluppo dell’elettrico, nella quale i big dell’auto “tradizionale” hanno pompato e continuano a investire miliardi e miliardi di euro.

I 2,8 miliardi prospettati dal progetto Dyson Automotive tra un impianto di progettazione e sviluppo nel Regno Unito, con una produzione localizzata a Singapore, sono una minima frazione di quanto non investano grandi gruppi automobilistici già all’interno del business. Nel piano di modelli Dyson, il primo veicolo sarebbe dovuto arrivare nel 2021.

UN AFFARE COSTOSO

Non se ne farà nulla. E non per problemi tecnici, piuttosto per la constatazione di un affare “senza un modo per renderlo commercialmente fattibile”. Produrre auto elettriche resta ancora un affare “in perdita”, da sostenere attraverso operazioni collaterali. 

Sostenere la necessaria dotazione di un’offerta elettrica a batterie, per i grandi player dell’industria, avviene a costi importanti, rappresentati dalla razionalizzazione delle linee di prodotto, una semplificazione fatta di tagli e convergenza delle risorse su segmenti e modelli “dai risultati di vendita certi”, sinergie sulle piattaforme il più possibile estese.

Leggi anche: Dyson, auto elettriche made in Singapore

INVESTIMENTI SULLE BATTERIE ALLO STATO SOLIDO

“Il team Dyson Automotive ha sviluppato un’auto fantastica, sono stati ingegnosi nell’approccio sebbene fedeli alle nostre filosofie. Sebbene ci abbiamo provato alacremente nel processo di sviluppo, semplicemente non vediamo più un modo perché sia commercialmente praticabile”, così James Dyson ha comunicato lo stop al programma.

Gli investimenti verranno dirottati sul progetto di produzione di batterie del tipo allo stato solido, dalle molteplici applicazioni.

Leggi anche: Dyson, prove di maxi-crossover

Una frontiera hi-tech prospettata ancora distante nell’offerta su modelli di grande serie in ambito automobilistico. L’orizzonte al quale si guarda è sul finire del prossimo decennio, in un quadro che registra la tecnologia agli ioni di litio, attuale “standard” per incrementi di densità energetica ottenuta e riduzione annua dei costi.

DYSON AUTOMOTIVE, NESSUN ACQUIRENTE

Batterie allo stato solido, robotica e machine learning saranno gli ambiti sui quali si posizionerà la ricerca Dyson, accanto alla produzione dei dispositivi domestici elettrici.

L’azienda inglese ha comunicato d’aver cercato un acquirente che subentrasse nel programma Dyson Automotive, senza però avere successo.

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