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Tavares e i nodi dell'elettrico: batterie, materie prime e infrastrutture

L'a.d. del Gruppo Stellantis ha commentato lo scenario che attende l'auto nel percorso di transizione verso l'elettrico, con una serie di criticità da considerare

Tavares e i nodi dell'elettrico: batterie, materie prime e infrastrutture

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

10 mag 2022

Quale sarà il futuro dell'auto è materia di discussione nell'omonimo summit del Financial Times, che dopo l'a.d. del Gruppo Volkswagen ha ospitato Carlos Tavares, omologo in casa Stellantis (qui trovi i modelli Fiat sul mercato dell'usato).

L'elettrico al centro della scena, in una transizione europea - orizzonte 2035 confermato dal Fit for 55, seppur con un minimo spiraglio di stemperamento dei limiti sulle emissioni discusso in Commissione Trasporti - sulla quale il tema energetico tiene oggi banco più che mai. 

Tiene banco nell'attualità dei prezzi delle commodities pressati dalla guerra in Ucraina e non solo, come nei prezzi delle materie prime necessarie ad attuare la svolta verso l'elettrico a batteria.

Batterie, la dipendenza dall'Asia

Carlos Tavares ha prospettato una possibile crisi legata alla fornitura dei pacchi batteria necessari alle elettriche sul medio periodo, guardando al 2025-2026. "Se non dovesse esserci una carenza di fornitura di batterie, allora ci sarà un'importante dipendenza dell'Occidente faccia a faccia con l'Asia. Questo è qualcosa che possiamo facilmente anticipare", ha analizzato il manager portoghese. 

La posizione di vantaggio dei grandi player asiatici nel campo della produzione di batterie è radicata e delinea un quadro di dipendenza nella fornitura di celle destinate ai pacchi batteria già in essere da anni. Scalfire questo primato, per capacità produttiva e approvvigionamento delle materie prime, è una sfida enorme per l'industria automobilistica europea.

"La rapidità alla quale adesso tutti stanno costruendo capacità produttiva per batterie è probabilmente al limite per poter supportare i mercati in rapido cambiamento sui quali stiamo operando", prosegue Tavares.

Il nodo dell'estrazione delle materie prime

Accanto ai temi sociali della transizione all'elettrico, tra conversione necessaria dell'indotto e relativi posti di lavoro a rischio, c'è l'aspetto della concentrazione delle materie prime, specialmente alcune, vedi il cobalto, in aree calde del globo - Africa centrale, sud America, Asia -. Tema sul quale Tavares ha commentato: "C'è un'attività importante di estrazione, che può alla fine voler dire una carenza di materie prime e la possibilità di rischi geopolitici. Tra pochi anni potremmo non gradire il modo in cui le materie prime verranno estratte". C'è poi la questione etica del modo in cui si estraggono le materie prime e, va detto, il tentativo dei costruttori di ridurre il più possibile il ricorso alle preziose terre rare, necessarie per le celle delle batterie e parti dei motogeneratori.

Al di là del prodotto, della proposta firmata dai costruttori, sul quadro più ampio dell'elettrico, l'a.d. si interroga: "Cosa ci attende dopo? Dov'è l'energia pulita? Dov'è l'infrastruttura di ricarica? Dove sono le materie prime? Dove sono i rischi geopolitici dell'approvvigionamento di queste materie prime e chi sta guardando al quadro d'insieme di questa trasformazione?"

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