Lombardia, preoccupazione per la transizione elettrica

Lombardia, preoccupazione per la transizione elettrica

CNA Lombardia riflette sullo stato di salute del comparto automotive lombardo quando nel 2035 ci sarà il passaggio totale al “green”

di Redazione

26.10.2022 ( Aggiornata il 26.10.2022 11:47 )

Il settore elettrico in Lombardia

Stefano Binda, segretario di CNA Lombardia: “Oggi l’elettrico in Lombardia rappresenta il 5,4% del totale delle immatricolazioni. Un dato in costante crescita, ma che suggerisce qualche perplessità sul fatto di affidare ad una mobilità di fatto totalmente elettrica entro il 2035 il tema di una mobilità sostenibile. Siamo preoccupati che questa via non abbia successo, siamo preoccupati dei suoi costi e della capacità del sistema di 'reggere' ai volumi di elettricità da mettere a disposizione, anche alla luce delle dinamiche di prezzo di questi mesi.

Siamo inoltre preoccupati per gli impatti che una transizione ecologica esclusivamente incentrata sull’elettrico avrebbe sullo stato di salute del comparto automotive lombardo, sia in termini di competitività sia in termini di occupati. Su tutto, valgano i dati sulle immatricolazioni dei veicoli diesel: dal 47,6 per cento nel 2015 al 13 per cento nel 2021. Trasformare l’Europa in un grande mercato dell’elettrico ci sembra un’abdicazione al ruolo di 'soggetto industriale' che il nostro continente deve conservare, sia come produttore di innovazione e di ricerca sia come produttore di autoveicoli.

Tra le autovetture di prima iscrizione, al 31 dicembre 2021, prevalgono ancora quelle alimentate a benzina (46%), nonostante il calo dell’ultimo biennio; quasi il 13% di queste è a doppia alimentazione (benz./gpl e benz./metano). L’alimentazione a gasolio conta sempre meno, il 13% delle autovetture immatricolate nel corso del 2021. Sono invece in crescita le prime iscrizioni di auto ibride (34,9%) ed elettriche (5,4%).

CNA Lombardia: "Necessario pragmatismo"

Giovanni Bozzini: “Appare imprescindibile aprire una discussione politica non tanto sugli obiettivi di sostenibilità enunciati a livello comunitario, ma sulle modalità e sulle vie con cui raggiungerli. Puntare solo sulla tecnologia elettrica appare irrazionale perché i costi sociali ed economici dell’operazione potrebbero superare di gran lunga i benefici in termini di sostenibilità. Naturalmente in cima ai pensieri di CNA Lombardia ci sono gli interessi del comparto e la sua transizione ecologica: ci vogliono, sì, incentivi, investimenti pubblici e politiche di formazione e accompagnamento alle nuove tecnologie sia per imprenditori sia per lavoratori, ma ci vuole anzitutto una forte flessibilità ideologica, un certo pragmatismo.

Conclude poi Stefano Binda: “Ci troviamo di fronte ad un vero problema, quello del cambiamento climatica. Noi non chiediamo di allentare la stretta sui fattori di inquinamento, tutt’altro. Riteniamo tuttavia che puntare di fatto quasi tutte le nostre fiches sull’elettrico non sia la risposta più efficiente. Usciamo dal dogmatismo tecnologico, ritroviamo il senso di una pluralità di fattori e di un mix di soluzioni vincenti in grado di rispondere a problemi complessi. I motori Diesel di ultima generazione sono tra i meno inquinanti in base a test indipendenti i cui risultati sono noti.

Questo significa che anche la tecnologia oggi percepita come la peggiore disponibile in realtà ha raggiunto standard oltremodo accettabili nella lotta all’inquinamento. Benzina, Diesel, elettrico, metano, idrogeno, motorizzazioni pure o ibride. Tutto può partecipare alla nostra crociata per l’ambiente, che peraltro deve guardare al saldo complessivo delle emissioni nel ciclo di vita della singola tecnologia.

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