Secondo la documentazione presentata, i debiti del marchio ammonterebbero ad una cifra compresa tra i 100 e i 500 milioni di dollari
19.06.2024 ( Aggiornata il 19.06.2024 14:59 )
L'azienda californiana di veicoli elettrici Fisker ha dichiarato bancarotta. Un paradosso se si pensa che addirittura, l'obiettivo dichiarato dai vertici, era quella di scalzare marchi come Tesla. Che il fallimento fosse nell'aria si era capito già ad inizio 2024, quando era emersa la notizia di un importante investimento da parte di una casa automobilistica per il quale poi non si è più fatto nulla. Niente da fare, il rallentamento del mercato dei veicoli elettrici vede chiudere un'altra realtà dopo Proterra, Lordstown e Last Mile Solutions.
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La documentazione presentata mostra che la startup possiede asset per un valore stimato fino a un miliardo di dollari, ma i suoi debiti oscillano tra i 100 e i 500 milioni. Un gap che ha reso inevitabile il ricorso al Chapter 11 per tentare una ristrutturazione del debito e cercare di salvarsi. L’idea era inizialmente quella di esternalizzare la produzione dei veicoli, una strategia che avrebbe dovuto ridurre sia i tempi di sviluppo che i costi.
Il primo e unico modello prodotto dall’azienda, il SUV Ocean, è stato colpito da numerosi problemi tecnici sia a livello di software che di hardware. Di 10mila unità prodotte, Fisker è riuscita a consegnarne meno della metà. "Come altre aziende nell'industria delle auto elettriche, ci siamo trovati ad affrontare vari venti contrari sul mercato e questo ha avuto un impatto", ha detto Fisker. "Dopo aver valutato tutte le opzioni per le nostre attività, abbiamo stabilito che la venduta dei nostri asset nell'ambito del Chapter 11 è per noi la strada più percorribile".
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