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ZF sperimenta gli aribag esterni

L'azienda tedesca prosegue lo sviluppo dei palloncini che si gonfiano all'esterno dell'auto in caso di incidente

ZF sperimenta gli aribag esterni

20 feb 2019 (Aggiornato alle 17:23)

L'Airbag, il palloncino che in caso di incidente esplode nell'abitacolo attutendo gli urti per i passeggeri e limitando così i danni alle persone, è oramai uno dei dispositivi di sicurezza più noti.

Di pari passo con il progresso tecnologico e con analisi più approfondite sugli effetti delle diverse dinamiche degli incidenti stradali, l'airbag si è evoluto e i progettisti l'hanno collocato sempre in più punti dell'auto per renderlo più efficace.

Ma è arrivato il momento per il palloncino di evolversi: se era nato per proteggere chi sta all'interno della vettura, perché non usare lo stesso principio per chi si trova al suo esterno?

L'azienda tedesca ZF Friedrichshafen, produttrice del dispositivo e fornitrice dei suoi prodotti a diverse case, da tempo sta portando avanti lo sviluppo di un airbag che si apre fuori dalla macchina, coprendo intere sezioni di carrozzeria.

Idea utile per proteggere l'eventuale pedone investito, ma anche per salvaguardare ancora di più gli occupanti della vettura, perché i palloncini attutirebbero il colpo smorzando l'energia scatenata dall'urto con una macchina o un qualsiasi altro oggetto.

L'azienda sta lavorando anche al perfezionamento dei meccanismi di funzionamento. L'airbag tradizionale si attiva dopo l'urto, ma questo, per essere efficace deve gonfiarsi prima. Gli ingegneri tedeschi hanno calcolato che il computer di bordo della vettura deve essere in grado di leggere la traiettoria tramite sensori dedicati, capire che sta per avvenire un incidente, anticiparlo e aprire l'airbag in circa 100 millisecondi.

La rapidità è tutto, insomma. E qui sta tutto lo scoglio da superare per rendere questa tecnologia disponibile sulle auto di serie: programmare un'intelligenza artificiale talmente avanzata da saper gestire tutte le operazioni.

Una seconda difficoltà è dettata anche dalla complessità dei meccanismi coinvolti: devono essere previsti nel progetto iniziale dell'auto, non possono essere aggiunti su linee di montaggio già esistenti.

Non li vedremo a breve, dunque, ma in futuro forse sì.

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