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Bosch Engineering, l'idrogeno alimenta la passione

Pietro Cardone
Pubblicato il 14 novembre 2025, 14:38 (Aggiornato il 17 nov 2025 alle 17:35)
In un mondo che ha ormai sterzato in maniera decisa verso l’elettrico, immolando in molti casi la passione sull’altare dell’efficienza a tutti i costi, c’è qualcuno che ha scelto di giocare una partita diversa, puntando su soluzioni che mettono al centro la passione per le quattro ruote, seppur nel pieno rispetto della sempre più pressante attenzione alle tematiche ambientali.
V6 Maserati a idrogeno
Parliamo di Bosch Engineering, che con la Ligier JS2 RH2, dimostra che le auto da competizione possono avere un futuro anche senza passare per forza all’elettrico. Si tratta di un prototipo alimentato da un powertrain ad iniezione diretta di idrogeno, capace così di abbattere radicalmente le emissioni (le uniche emesse sono quelle legate al consumo di olio per la lubrificazione del motore) senza rinunciare al piacere di sentire un motore urlare vicino alla zona rossa. Ma vediamo come è fatta: il motore è il 3.0 V6 Nettuno di casa Maserati, abbinato ad un sistema a idrogeno costituito da tre serbatoi per 6,3 kg di capacità, che assicura un’autonomia di 20 minuti in passo gara. La potenza raggiunge i 650 CV per 680 Nm.
Il test da passeggero
Abbiamo avuto modo di fare qualche giro a bordo della Ligier JS2 RH2 come passeggeri e a stupire è proprio il fatto che dal punto di vista dinamico e del sound, lei si comporta esattamente come una normale vettura a benzina. Se non ci avessero detto che cosa stavamo provando, non ci saremmo assolutamente accorti che si trattava di una vettura a idrogeno. E proprio questo è l’elemento che più fa la felicità di un appassionato: il sapere di poter contare anche per il futuro, su soluzioni che nel rispetto dell’ambiente non limitano comunque in nessun modo tutto ciò che c’è di bello nel sentire un’auto da corsa che romba tra i cordoli di un circuito.
Guida in pista assistita
La seconda novità mostrataci a Boxberg, sede di uno dei test center di Bosch in Germania, è il Track Performance Assist. Si tratta di un dispositivo che lavorando in unione con i diversi sistemi già a bordo dell’auto, dall’ESP alla frenata automatica, è in grado di assistere il conducente nella guida in pista, fungendo da vero e proprio tutor per migliorare le proprie abilità al volante. Impostabile su 8 diversi livelli di intervento, il sistema è in grado di assistere il pilota nella fase di frenata, arrivando anche a frenare completamente da sola, o comunicandogli con un avviso vocale l’esatto momento in cui staccare. Il sistema è poi in grado di tenere traccia delle traiettorie effettuate durante l’intera sessione di pista, e permette di scaricare i dati in modo da analizzarli successivamente e migliorare così i propri tempi sul giro. Insomma, una soluzione interessante che, soprattutto per chi è alle prime armi, permette di approcciarsi anche a vetture molto potenti come la Aston Martin DB12 che abbiamo avuto modo di provare noi, con estrema facilità e sicurezza.
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