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Bosch e mobilità sostenibile: serve il sistema di propulsione misto

Il colosso tedesco ha investito 400 milioni per l'elettrificazione, ma sta continuando con i motori tradizionali per aumentarne l’efficienza e l’impatto ambientale

17 mar 2020

Sono circa 400 i milioni che Bosch sta investendo nel suo progetto di elettrificazione. Ma trasformare la totalità dei veicoli, molti dei quali ancora con motori tradizionali, in una schiera a zero emissioni non è impresa da poco e soprattutto richiede un arco di tempo difficile da quantificare. Proprio come afferma Volkmar Denner, CEO di Bosch: “Il percorso che porterà a una mobilità priva di emissioni deve essere neutrale dal punto di vista tecnologico. È l'unico modo per rendere la mobilità sostenibile e accessibile al grande pubblico”. Tradotto? Il colosso tedesco sta proponendo ai costruttori di veicoli un sistema di propulsione misto, composto cioè da motori a combustione ad alta efficienza e propulsori elettrici all'avanguardia.

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Dati sul futuro

C’è da aggiungere un altro dato importante. Stando ai dati FIT - ITF, la circolazione delle persone entro il 2030 a livello globale sarà aumentata circa del 50% rispetto al 2015. Inoltre, entro il 2050 più di 6 miliardi di persone vivranno nelle megalopoli. La conseguenza? Aumento esponenziale del traffico urbano e peggioramento della qualità dell’aria (per quanto possibile, viste le già gravi condizioni attuali).

Sistema misto

Dicevamo della difficoltà di trasformare tutti i veicoli in veicoli elettrici. In più, secondo la multinazionale tedesca nel 2030 tre quarti dei nuovi veicoli avranno ancora un motore tradizionale, alcuni supportati dal sistema mild hybrid a 48 Volt (settore nel quale Bosch vuole raggiungere la leadership e per questo ha stretto una partnership con l'azienda cinese Contemporary Amperex Technology Co. Limited) o un PHEV ibrido plug-in.

Proprio per questo, Bosch sta continuando, parallelamente al progetto di elettrificazione, a costruire motori tradizionali (a gasolio e a benzina) cercando di esplorarne tutto il potenziale in termini di efficienza e di rispetto dell’ambiente. Vengono studiati nuovi sistemi di post trattamento dei gas di scarico per permettere di abbassare il particolato del 70% rispetto ai limiti fissati dallo standard Euro 6d e pure delle soluzioni per ridurre le polveri sottili, il cui 32% è causato da pneumatici e freni. Una soluzione importante arriverà dalla frenata rigenerativa delle auto ibride ed elettriche: l’emissione di polveri sarà abbattuta del 95% grazie alla minor azione meccanica delle pinze sui dischi. Bosch, riguardo a questo aspetto, ha già sviluppato gli iDisc, in grado di generare il 90% di polvere dei freni in meno rispetto alle quantità prodotte da un normale freno a disco.

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Carburanti sintetici rinnovabili

Tra le soluzioni a cui sta pensando Bosch (in ottica di accesso al grande pubblico) ci sono poi i carburanti sintetici rinnovabili prodotti grazie all’energia rinnovabile, gli eFuel. Oltre a permettere ai motori a combustione interna di avere un’impronta di CO2 neutrale, permettono anche - con la loro composizione - di ridurre a zero la produzione di particolato. Conseguenza per l’utente finale? Meno costi.

Tra i tanti progetti, il colosso tedesco continua l'industrializzazione delle celle a combustibile alimentate a idrogeno insieme all’azienda svedese Powercell, con cui sta sviluppando la pila, cioè il componente centrale del sistema di propulsione. L’obiettivo è proporre ai costruttori un sistema completo nel 2022.

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