Renault, il governo chiede garanzie sugli impianti francesi

Renault, il governo chiede garanzie sugli impianti francesi

Nel piano di tagli da 2 miliardi di euro entreranno misure che impatteranno sull'offerta di prodotto e, secondo i rumours, chiusure di siti produttivi, sui quali il primo ministro Philippe ha chiesto garanzie dei livelli occupazionali

di F.P.

21.05.2020 ( Aggiornata il 21.05.2020 17:48 )

Un quadro completo si avrà il prossimo 29 maggio, quando Renault delineerà gli interventi con i quali intende realizzare i 2 miliardi di tagli alle spese entro il 2022. Le ultime settimane sono state un registrare indiscrezioni sui possibili modelli destinati a uscire di scena, nomi storici come Megane ed Espace per dirne due, affiancati da Scenic, Koleos e Talisman. Resta da valutare, inoltre, quale sarà l'impegno in Formula 1 in questo scenario di sacrifici con ricadute sui posti di lavoro.

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E mentre in Slovenia è stato ridotto il numero di dipendenti impegnati nella produzione di Clio, Twingo e della Smart EQ forfour, 400 posti di lavoro persi su un totale di 3.200, prospettive di chiusura si sono addensate anche sui siti produttivi francesi.

Il simbolo di Flins

Lo stabilimento Renault Sport di Dieppe, l’impianto di Choisy-les-Roi e il sito parigino di Flins sarebbero, stando alle indiscrezioni riportate in Francia negli ultimi giorni, a rischio chiusura. C’è un “però”, emerso mercoledì dalle parole del primo ministro Philippe davanti al Senato.

Renault sarà destinataria di un prestito garantito dallo Stato francese per 5 miliardi di euro e il primo ministro ha scandito a chiare lettere come gli impianti presenti in Francia dovranno avere un futuro garantito. Tanto più quello di Flins.

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Stabilimento storico Renault, inaugurato nel 1952, nel 2019 ha prodotto 160 mila esemplari tra Nissan Micra e Renault Zoe, oltre a essere stato “casa” di Renault Clio fino alla precedente generazione, con l’attuale localizzata tra Slovenia e Turchia.

Flins stabilimento sul quale Renault ha annunciato la creazione di un’area dedicata alla produzione di mascherine protettive contro il coronavirus, per 1,5 milioni di pezzi a settimana, destinati al fabbisogno dei dipendenti della casa francese.

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