Mercato auto: Cina e Gran Bretagna provano a ripartire

Mercato auto: Cina e Gran Bretagna provano a ripartire

Se l'automotive in Italia ancora non ha ricevuto gli aiuti necessari dal Governo per rialzarsi e affrontare la crisi, in altri paesi la situazione inizia a rassenerenarsi con timidi segnali positivi. In Cina maggio fa +1,9% e in Gb invece si rinnovano i programmi di incentivi per veicoli a basso impatto ambientale fino al 2023

di Redazione

11.06.2020 12:35

Uscire dalla crisi al più presto. Il mercato dell'automobile in Italia continua a lanciare appelli importanti al Governo che per il momento sta solo iniziando a vagliare le vari ipotesi per rilanciare un settore che da solo rappresenta ben oltre il 10% del PIL italiano. Costruttori, concessionari e rivenditori non hanno dubbi: serve una giusta politica di incentivi per tutto il comparto - compresi i veicoli usati Euro 5 ed Euro 6 e nuovi diesel e benzina, e non solo auto elettriche o ibride plug-in non sottoposte all'Ecotassa - per favorire sicuramente la ripresa e rinnovare uno dei parchi circolanti più vecchi d'Europa.

Così se nello Stivale la situazione non è per nulla positiva, in alcuni paesi dopo l'emergenza coronavirus si iniziano a intravedere dei timidi segnali di rinascita. Su tutti spicca la Cina che incredibilemente oltre ogni aspettativa è riuscita a rialzarsi dalla vendita delle auto premium e di lusso, che stanno facendo da apri pista per la ripresa di tutto il mercato delle autovetture, crollato in piena pandemia del 92%.

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Un +1,9 che fa ben sperare

I dati di maggio sono tornati incoraggianti a tal proposito e nello scorso mese di maggio le vendite sono cresciute del 1,9% rispetto allo stesso mese del 2019: un segnale di normalità e una ripresa dell'economia e del commercio di auto impensabile solo due mesi fa. Secondo i dati comunicati dalla China Passenger Car Association (CPCA) "le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative evidenziando una ripresa nel mercato delle autovetture".

Sicuramente è prematuro gridare già ad un qualsiasi tipo di "salvezza" del settore auto, visto che anche i numeri del mese di giugno del 2019 erano arrivati a cifre molto elevate difficilmente raggiungibili o superabili in questo nefasto 2020, però non si può timidamente sorridere. Aiutato da forti promozioni, da azioni di marketing, da incentivi e anche da una comprensibile reazione alla 'repressione' della domanda in lockout sono stati consegnati nel mese di maggio circa 2,14 milioni di nuovi veicoli, con forti crescite percentuali per i marchi premium e luxury. Da segnalare il boom di Tesla che con Model 3 fabbricata a Shanghai (11.065 consegne) ha fatto segnare un +205% rispetto allo stesso mese del 2019.

Tesla Model 3, le prime immagini del modello di serie

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Da una brochure per la rete di assistenza da qualche modello "paparazzato" in California

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Incentivi fino al 2023 in Gran Bretagna

Anche in Gran Bretagna l'amministrazione di Johnson ha prorogato all'esercizio finanziario 2022-2023 il programma di incentivi per veicoli a basso impatto ambientale Plug-In Car Grant (PiCG) che già dal lontano 2011 ha fornito sovvenzioni per l'acquisto di modelli PHEV - a fianco di quelle 100% elettriche - con l'obiettivo principale di ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell'aria.

La concessione avrebbe dovuto concludersi nel marzo 2020, ma le forti pressioni da parte dell'industria automobilistica e la crisi Covid-19 hanno convinto il Governo, anche per sostenere il settore dell'automotive nella ripartenza, a decidere questa proroga, sebbene con alcune riduzioni. Ora, ad esempio, solo i nuovi veicoli elettrici che costano meno di 50.000 sterline (56.000 euro) possono beneficiare della sovvenzione, ridotta a 3.000 sterline (3.360 euro).

Vista la grave situazione in cui versa l'intero comparto dell'auto in Gran Bretagna, sia a livello industriale che distributivo e commerciale, nei prossimi giorni è atteso anche un programma parallelo di incentivi dedicati ai modelli con motori termici puri. Un impegno necessario visto che anche lì l'automotive genera 18,2 miliardi (20,4 miliardi di euro) di entrate fiscali, impiegando oltre 800.000 persone. E il Governo incassa il 20% su ogni nuova auto venduta, indipendentemente dal tipo di motore. Portare altre auto nuove sulla strada aiuterebbe anche gli obiettivi a lungo termine come la missione emissioni zero-free nel 2040.

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