FCA, perquisite sedi per frode su emissioni, il gruppo: "Pronti a collaborare e chiarire"

FCA, perquisite sedi per frode su emissioni, il gruppo: "Pronti a collaborare e chiarire"

La Guardia di Finanza ha perquisito tre sedi italiane del Gruppo FCA. L'indagine è scattata per verificare la possibilità di alterazioni dei dati sulle emissioni dei propulsori Diesel tramite l'adozione di software illegali in fase di test

di Redazione

22 luglio 2020

Le sedi FCA di Mirafiori, Lingotto e del Centro Ricerche di Orbassato, sono state oggetto di una perquisizione a opera della Guardia di Finanza, ordinata dalla Procura di Torino.

Operazioni resa necessarie per l’indagine, coordinata dal pm Vincenzo Pacileo, scattata in seguito a un’inchiesta condotta dalla procura di Francoforte, che stavano investigando su una possibile frode in commercio.

La tesi sostenuta dai PM tedeschi verte sulla possibilità che vetture e veicoli commerciali FCA e Iveco adottino software illegali per alterare i valori delle emissioni inquinanti, dando una lettura più bassa, per ottenere l’omologazione durante i test su strada.

I motori sotto inchiesta

Le famiglie di motori finite sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono la “Family B”, ovvero i 1.3, 1.6 e 2.0 Diesel Multijet omologati come Euro 5 e Euro 6 e i Light e Heavy Duty 110 Multijet (F1AE3481G), 115 Multijet (250A1000), 150 Multijet (F1AE3481D) e 180 Multijet (F1CE3481E) utilizzati per i veicoli commerciali Fiat e Iveco.

Dalla Germania fanno sapere che sarebbero circa 200.000 i veicoli interessati. L’operazione, coordinata a livello internazionale da Eurojust riguarda, nello specifico, l’operato tra il 2014 e il 2019, di 9 persone che vivono in Italia.

FCA e CNH pronte a collaborare

Da FCA è arrivata la conferma delle perquisizioni e ha manifestato la propria volontà di collaborare per chiarire la vicenda: “In alcune sedi europee del Gruppo si sono svolti alcuni accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria nell'ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca". Lo ha comunicato un portavoce del Gruppo in una nota "L'azienda - ha aggiunto - si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti. Fca sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura"

Alla stessa lunghezza d’onda la holding dei veicoli commerciali: “CNH Industrial conferma che in alcune sedi europee del Gruppo si sono svolti alcuni accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria nell'ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca. L'Azienda si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti. CNH Industrial sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura".

La reazione del Codacons

Un caso spinoso, che arriva dopo le garanzie statali al prestito ottenuto tramite le agevolazioni contenute nel Decreto Rilancio e che ha scatenato la reazione del Codacons, impegnato da anni nella guerra giudiziaria iniziata con il Dieselgate marchiato Volkswagen. "Aprire indagini anche nel nostro paese e valutare la sospensione del maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto da Fca all’Italia, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Francoforte che ha portato oggi a perquisizioni nei confronti di alcune società del gruppo Fca. A chiederlo il Codacons, pronto ad una battaglia legale se dall’indagine tedesca dovessero emergere irregolarità sul fronte delle emissioni.

Crediamo che il prestito con garanzia statale debba essere sospeso fino a che l’azienda non dimostrerà di essere totalmente estranea alle accuse – afferma il Codacons – Nell’ipotesi in cui le accuse della Procura dovessero trovare fondamento, l’Italia si ritroverebbe a finanziare con soldi pubblici attività illecite di una società privata, e per questo il nostro Governo deve valutare la sospensione del finanziamento in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.

E se saranno accertate manomissioni sul fronte delle emissioni, siamo pronti ad avviare una guerra legale contro Fca a tutela degli automobilisti italiani che risulteranno coinvolti nella vicenda" conclude l’associazione.

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