Da Reggio Calabria a Milano, denunciati per l'autocertificazione falsa: "Lavoriamo per Skai"

Da Reggio Calabria a Milano, denunciati per l'autocertificazione falsa: "Lavoriamo per Skai"© LAPRESSE

Quattro ragazzi pensavano di fregare le Forze dell'Ordine all'aeroporto di . Ma il loro piano è naufragato quando hanno scritto nel modo sbagliato il nome della piattaforma televisiva italiana

di Redazione

18.01.2021 ( Aggiornata il 18.01.2021 19:08 )

Cosa non ci si inventa pur di dribblare le regole e quando si dice una bugia bisogna almeno cercare di ridurre al minimo il margine di errore. Non è andato decisamente a buon fine il piano diabolico messo a punto da quattro persone all'aeroporto Tino Minniti di Reggio Calabria per raggiungere Milano. Il loro spostamento in zona rossa "giustificato" si è decisamente incrinato nel momento in cui hanno consegnato l'autocertificazione alle Forze dell'Ordine al varco dei controlli dello scalo. 

I quattro sapevano benissimo che non è possibile muoversi oltre i confini regionali, soprattutto verso una zona rossa, se non per i tre motivi validi di lavoro, necessità e salute. Così hanno pensato bene di inventarsi una scusa usando come giustificazione la sede di un presunto lavoro all'ombra del Duomo. 

Denunciati per falsità ideologica

Peccato che l'autocertificazione sia a tutti gli effetti un documento ufficiale dal valore penale: si è infatti responsabili di quanto si afferma e in caso di dichiarazioni false le Forze dell'Ordine e poi la pubblica amministrazione hanno l'obbligo di segnalare il fatto all'autorità giudiziaria, un iter che porta inevitabilemente a delle conseguenze penali come previsto ai sensi degli articoli n.46 e n.47 Decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000.

Sull'autocertificazione avevano scritto: "Andiamo a Milano perché lavoriamo per Skai". Riferendosi a Sky, la piattaforma televisiva e di telecomunicazione, sbagliando decisamente a scrivere il nome dell'azienda. Un errore ortografico che ha ovviamente insospettito il personale addetto ai controlli in aeroporto.

Una volta scattato l'allarme è intervenuto subito il personale dell'Ufficio prevenzione generale e Soccorso pubblico della Questura, che ha svolto gli ulteriori accertamenti appurando che la motivazione fosse una falsa dichiarazione: le quattro persone non avevano alcun rapporto lavorativo con Sky e sono state denunciate per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Sicuramente questa trasferta mancata a Milano s ela ricorderanno per tanto tempo.

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