In caso di controllo della polizia, non sarà più necessario esibire i documenti. I tassisti potranno arrivare anche su due o tre ruote e c'è un bonus per le patenti professionali
28 ottobre 2021
In vista della conversione in legge attesa per il 10 novembre, il Decreto Infrastrutture cambierà in alcuni punti le abitudini dei cittadini, della mobilità e anche delle istituzioni. Questi sono i punti più interessanti del decreto per quanto riguarda le quattro ruote.
Per quanto riguarda i Comuni, la pubblica amministrazione dovrà pubblicare sul proprio sito istituzionale le relazioni annuali - entro il 30 giugno di ogni anno - sull’ammontare delle multe comminate e su come il denaro sia stato reinvestito. Il Ministero dell’Interno, inoltre, pubblicherà sul proprio sito le relazioni ricevute dai vari Comuni entro 60 giorni dalla ricezione. L’obbligo di invio della relazione è operativo dal 2020, ma di 8mila comuni lo ha non rispettato meno di 6mila: la pubblicazione online dovrebbe incentivare la pratica.
Capitolo patente: se durante la guida si viene fermati dalla polizia e ci si trova senza documenti, non sarà più necessario recarsi al comando per esibirli. Patente, libretto, foglio rosa, assicurazione, idoneità dei ciclomotori: se i documenti sono regolarmente rilasciati, per gli agenti basterà controllarlo nelle banche dati degli archivi pubblici. Ad oggi, la sanzione per questo tipo di infrazione è di 430 euro.
Si potrà chiamare un taxi e ritrovarsi su uno scooter: approvato l’emendamento che consentirà il servizio anche con bici, moto e tre ruote. Inoltre, è previsto un bonus del 50% delle spese per conseguire una patente professionale rivolto agli under 35 che percepiscono reddito di cittadinanza o altri ammortizzatori sociali, con scadenza il 30 giugno 2022.
Parcheggi rosa e multe più salate: cosa cambia col DL infrastrutture
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