Nel 2006 ci siamo messi alla guida dell'Alfa Romeo Brera con motore 3.2 V6: bella e veloce, non ha brillato a livello dinamico a causa del peso
02.09.2022 ( Aggiornata il 02.09.2022 15:00 )
Anche se giocava in casa, visto che il tracciato è comune a quello utilizzato dalla sperimentazione Alfa Romeo, nel test di handling la Brera non ha brillato in maniera particolare. Restando fra l’altro lontana dal riscontro cronometrico ottenuto a suo tempo dalla 147 GTA che ha rifilato alla Brera un secondo al chilometro.
Le cause sono da ricercarsi in primo luogo nel peso della vettura e nei rapporti di trasmissione, decisamente turistici. Sicché si finisce per perdere in allungo più di quel che si guadagna nello spunto all’uscita delle curve, grazie all’elevata motricita? garantita dalla trazione integrale. In più c’è da mettere nel conto una certa difficoltà di gestione delle reazioni al limite, una volta disinseriti i controlli elettronici. Sincero fino a un certo punto, l’appoggio lascia infatti spazio a perdite di aderenza repentine, con sovrasterzi anche marcati in rilascio. Cosa che permette una guida magari spettacolare, ma di certo non redditizia ai fini della velocità di percorrenza e di uscita dalle curve. C’è poi da aggiungere che anche nelle frenate violente ci si trova spesso a fare i conti con problemi di controllo, causa improvvise variazioni di linea riconducibili a un comportamento non lineare degli elementi elastici delle sospensioni. Anche in questo caso la gestione delle reazioni non è particolarmente critica, ma finisce per pesare sull’efficacia di un comportamento che, in definitiva, si rivela equilibrato soltanto sin quando si rimane entro i limiti di una guida brillante sì, ma non estrema.
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