Auto nostalgia: Maserati GranTurismo MC, un Tridente che infilza l'anima

Auto nostalgia: Maserati GranTurismo MC, un Tridente che infilza l'anima

Nata sulle piste ma educata per affrontare la strada: la MC Stradale ha due posti secchi (e il roll-bar) ma offre potenza, guidabilità e suono apprezzabili tutti i giorni

di Maurizio Voltini

16.09.2022 ( Aggiornata il 16.09.2022 11:02 )

Nelle scorse ore, Maserati ha svelato le prime immagini della nuova GranTurismo dotata di motore endotermico. Un'unità efficiente di soli 3 litri – il “Nettuno” che già abbiamo imparato a conoscere su MC20 e Grecale – che si affiancherà alla versione elettrica Folgore e prenderà il posto del classico V8 aspirato. Un motore, quest'ultimo, che per oltre un decennio ha contraddistinto il carattere (e la voce) della precedente generazione di Maserati GranTurismo. Nel 2011 Auto aveva messo alla prova la più potente ed estrema variante della grande coupé modenese, la MC Stradale. Ispirata alle corse e derivata dai modelli Trofeo e GT4, erogava 450 cavalli e riduceva sensibilmente il peso rispetto alla “S” standard. Corsaiola ma civile, capace di regalare soddisfazioni sia su strada che in pista.
Ecco la nostra prova nostalgia della Maserati GranTurismo MC Stradale del 2011:

Ci sono momenti in cui essere nazionalisti assume una sua dignità, senza scadere nel viscido campanilismo e arrivando quasi alle vette dell’orgoglio patriottico: questo viene da pensare al cospetto della Maserati GranTurismo nella sua ultima declinazione, la MC Stradale. Un concentrato di emozioni di tanti tipi, che al tempo stesso trasuda tecnologia italiana, quella che ogni tanto ci permette anche piccole vanterie: dunque freni carboceramici Brembo, gomme Pirelli “da corsa”, interni in Alcantara (sì, è un Marchio italiano). Ma ovviamente la parte principale la fa l’hardware made in Modena, una vettura la cui sostanziosità prende il via dal V8 4.7 rinvigorito per l’occasione a 450 cavalli, nonché dotato di cambio robotizzato e di una gestione che permette un utilizzo quotidiano a prova di ripensamenti ma pure può arrivare ad essere davvero “cattiva”, tanto da non far rimpiangere nulla né da far pensare a troppi compromessi. Come pure si evita di ritenere possa essere fumo negli occhi la patina di leggenda attorno al Marchio, citata sempre in modo quasi naturale relativamente ad un impegno in corsa che prosegue fino al giorno d’oggi (il successo nel Mondiale GT del 2010, ndr) da un po’ meno di un secolo.

Perché qui la sostanza c’è, e la discendenza dai modelli impiegati sulle piste non è solo un riferimento filosofico o “pro-marketing”. Voluta e richiesta dai clienti aspiranti Sunday-racer o quasi (che non vuol dire guidatori della domenica, tutt’altro) è infatti diretta evoluzione delle versioni GT4 e Trofeo, di cui mantiene molti particolari, ma opportunamente “educata” meccanicamente per poter affrontare al meglio l’asfalto quotidiano. Delle qualità di guida e della messa a punto tecnica parleremo più approfonditamente nelle prossime righe. Qui evidenziamo che il DNA racing si manifesta non solo nel pulsante Race sul cruscotto, ma anche nella disponibilità dei soli posti anteriori con sedili da corsa - prima Maserati da strada biposto dopo la MC12 - oltre che nella possibilità di montare addirittura il roll-bar con le cinture “a zainetto”.

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