Auto nostalgia: Ferrari FF, fast and fashion

Auto nostalgia: Ferrari FF, fast and fashion

Nel 2011 mettevamo alla prova la Ferrari FF, prima Rossa dotata di trazione integrale, e antesignana della nuova Purosangue: ecco il nostro test del 2011

di Redazione

23.09.2022 ( Aggiornata il 23.09.2022 11:42 )

Erede della 612 Scaglietti, la Ferrari FF ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per la Casa di Maranello. Sia per la carrozzeria, non più coupé tradizionale bensì shooting-brake, ma anche e soprattutto per lo schema meccanico con la trazione integrale. Una prima assoluta per una Ferrari di serie, e che ha aperto la strada a un lungo cammino culminato proprio in questi giorni con la nuova Purosangue, primo Suv del Cavallino. Anche se, all'epoca, la dirigenza guidata da Luca Cordero di Montezemolo era fermamente contraria allo sviluppo di una vettura a ruote alte. Dotata di motore V12 aspirato da ben 660 cavalli, la FF garantiva prestazioni da supercar unite a versatilità e comfort.

Ecco cosa abbiamo detto di lei nella nostra prova su strada del 2011.

I tecnici di Maranello devono aver passato svariati brutti quarti d’ora quando gli è stata chiesta un’auto abitabile, comoda, con un bagagliaio capace di contenere due sacche da golf “king size” e in grado di affrontare anche neve e ghiaccio visto che l’Avvocato (Montezemolo) da sempre va dicendo “urbi et orbi” che la Ferrari non farà mai una quattro porte né, men che meno, un Suv. Poi, però, si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori questa FF, che rispetta alla lettera i diktat del grande capo. Ma c’era davvero la necessità di una Ferrari così fuori dagli schemi? Certo che sì. Ormai per sopravvivere nel villaggio globale bisogna vendere, vendere e ancora vendere, anche a costo di scendere a patti con la propria tradizione alla ricerca di nuovi clienti. E per averne un esempio lampante basta vedere cosa sta combinando la Porsche per raggiungere il tetto delle 200mila auto all’anno che si è prefissata per il 2018 (obiettivo poi ampiamente raggiunto, ndr).

FF, la prima con il portellone

Alla Ferrari, fortunatamente per loro e per tutti gli appassionati, sono strutturati diversamente e non hanno bisogno di crescere in modo esponenziale per reggere il mercato, quindi possono permettersi di mantenere una notevole coerenza storica, pur nella necessità di correggere un po’ il tiro per andare a prendere nuovi clienti e sbarcare sui mercati emergenti. La FF va dunque a sostituire una 612 Scaglietti, che nei suoi sette anni di carriera non ha mai sfondato davvero, vuoi per una linea un po’ orientaleggiante e fuori dai cliché Ferrari, vuoi per una versatilità superiore a quella dei modelli a motore posteriore ma non sufficiente per un uso “familiare”. Per superare quegli impasse, il nuovo modello ha proporzioni e curve più tradizionali, con una coda “fastback” che rappresenta una soluzione abbastanza classica tra le vetture sportive vogliose di conciliare aggressività e abitabilità (anche se un Cavallino appiccicato su un portellone non si era davvero mai visto!), mentre la linea di cintura bassa, il rapporto tra le dimensioni generali e la larghezza delle carreggiate, nonché il trattamento aerodinamico di muso e coda, non lasciano dubbi sulla matrice della vettura.

Che sia una vera Ferrari lo si capisce ancora di più nel momento stesso in cui ci si mette al volante. Lo stile della strumentazione, della plancia e dei comandi e? l’evoluzione coerente di tutto quanto Maranello ha mostrato fin qui in tema di interni, anche con numerosi echi provenienti dalla 458 Italia. Insomma, chi è intimo del Cavallino si trova immediatamente a proprio agio. Quello che cambia è la sensazione di ampiezza data dal posto guida, che sembra essersi dilatato fino alle dimensioni di quello di una berlina. Si mettono le mani sul volante e le palette del cambio sono subito lì, sotto le dita. Perfino più del solito, dal momento che i commutatori degli indicatori di direzione, del lampeggio e dei tergi sono spostati sulla zona centrale volante. Ci vuole un po’ di abitudine per arrivare a utilizzarli con la necessaria naturalezza, ma certo la sparizione delle levette tradizionali facilita ulteriormente la comunione tra pilota e paddles. Il volante ha la regolazione elettrica e i sedili anche.

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