Esperimenti stilistici, idee fantascientifiche, eleganti e potentissimi regali di nozze: la storia della Casa di Maranello nasconde modelli, tra concept e prototipi, mai prodotti in serie ma comunque pieni di soluzioni interessanti

Ferrari, ecco le Rosse più "strane" di sempre

Testarossa, F40, 250 GTO, 458, Portofino, Roma. Sono solo alcune delle Ferrari pi&ugrave; note, del passato e del presente. Modelli che hanno segnato la storia del marchio di Maranello e dell'automotive in generale. Ma il Cavallino nasconde molto altro. Nel corso degli anni infatti non sono pochi i modelli realizzati da Ferrari per uno scopo specifico: prototipi di un modello di serie, omaggi ai Carrozzieri, studi aerodinamici, avventure nella fantascienza e persino dei semplici regali di compleanno.
Ecco quindi le Ferrari pi&ugrave; "strane" di sempre: quelle che non ti aspetti, dalle forme particolari che nessuno associerebbe alla Casa emiliana, perlopi&ugrave; dimenticate ma comunque parte di un brand che ha scritto la storia del settore.
<a href="https://www.auto.it/news/youngtimer/2021/06/24-4410868/ferrari_i_5_modelli_1_che_hanno_fatto_la_storia_del_cavallino" target="_blank" rel="noopener" style="font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, 'Segoe UI', Roboto, Oxygen, Ubuntu, Cantarell, 'Open Sans', 'Helvetica Neue', sans-serif;">Ferrari, i 5 modelli (+1) che hanno fatto la storia del Cavallino</a>

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<h2>Ferrari P6 Berlinetta Speciale</h2>

Un concept del 1968 costituito da una linea sinuosa e coda tronca, ideata da Pininfarina, dall'aspetto simile a supercar dell'epoca come la Lamborghini Miura o la Mangusta di De Tomaso. Caratteristica peculiare, la presenza di un V12 3 litri da 400 cavalli nel posteriore anzich&eacute; sotto il cofano, soluzione non gradita a Enzo Ferrari.
Nonostante non sia mai entrata in produzione, le soluzioni della Ferrari P6 Berlinetta Speciale rappresentarono la base per lo sviluppo stilistico delle successive berlinette costruite a Maranello.
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<h2>Ferrari 512 S Modulo</h2>

Anche nel caso di questo prototipo estremo c'&egrave; lo zampino di Pininfarina. Presentata a Ginevra 1970, Ferrari 512 S Modulo era una coup&eacute; a trazione posteriore fantascientifica, con soluzioni considerate troppo avveniristiche per l'epoca. Ad esempio, non c'erano portiere: per entrare in abitacolo infatti tutto il parabrezza e la parte anteriore del tetto e dei finestrini venivano spostati manualmente in avanti.
Futuristici anche gli interni, in cui tutti i comandi erano disposti su una sfera dotata di pulsanti rivolta verso il guidatore e posizionata alla sua sinistra, mentre la leva del cambio era posizionata in asse col cruscotto.
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<h2>Ferrari 512 S Berlinetta Speciale</h2>

Ancora 1970, ancora Pininfarina. La 512 S Berlinetta Speciale non &egrave; che un esercizio di stile della Carrozzeria torinese nato da una vettura distrutta alla 1000 KM di Monza 1969, la 312P. I resti della barchetta Ferrari vennero cos&igrave; utilizzati per sperimentare nuove idee estetiche.
Ne venne fuori una supercar con assetto ultraribassato, molto larga e dalle linee iper-affilate. Caratterizzata dal colore giallo, la carrozzeria veniva letteralmente sollevata per accedere in abitacolo. I posti erano due, il motore era in posizione centrale.
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<h2>Ferrari 308 GT Rainbow</h2>

Una targa due posti secchi con tettuccio retrattile, realizzata in collaborazione con Bertone nel 1976. Costruita sul telaio della 308 GT4, Ferrari 308 GT Rainbow aveva un motore V8 3 litri dalla potenza di 255 cv. A spiccare, la presenza di un meccanismo meccanico per aprire e azionare il tettuccio che si andava a riporre dietro i sedili: una soluzione ripresa poi da Ferrari nel 2010 per la 458 Spider.
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<h2>Ferrari Studio CR 25</h2>

Nel 1972 Pininfarina aveva costruito la galleria del vento pi&ugrave; avanzata al mondo. Per dimostare la sua efficienza, due anni dopo realizz&ograve; con Ferrari una coup&eacute; nata con un unico scopo: avere un coefficiente aerodinamico (Cx) di 0.25, che all'epoca per le supercar era un qualcosa di elevatissimo.
Fu cos&igrave; che nel 1974 nacque, come recita la sigla, la Ferrari Studio CR 25. Ma oltre al fattore Cx, la macchina aveva una soluzione interessante, ovvero la presenza di un piccolo alettone integrata nello spoiler del paraurti anteriore, in grado di sollevarsi all'indietro per ridurre la turbolenza dell'aria attorno ai passaruota e alle ruote. Il motore era un 4.9 ma non &egrave; dato sapere la potenza.
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<h2>Ferrari Pinin</h2>

Probabilmente il prototipo Ferrari pi&ugrave; famoso di sempre. Anche perch&eacute; si tratta dell'unica berlina 4 porte mai prodotta dalla Casa di Maranello. Dal nome si intuisce gi&agrave; di chi &egrave; la firma. Realizzata nel 1980, 50&deg; anniversario di Pininfarina, per rendere omaggio al suo storico fondatore Battista Farina detto Pinin, questa macchina (nome ufficiale 512 BB Pininfarina) presentava un'estetica da muscle car, con interni in pelle Connolly color beige, e dotazioni tecnologiche come i sedili regolabili elettronicamente e la presenza di un secondo impianto stereo dotato di cuffie per i passeggeri posteriori.
Equipaggiata con il V12 5.0 della 512 BB, lo storico direttore tecnico del marchio Mauro Forghieri opt&ograve; per montare un cambio manuale a 5 rapporti derivato dalla 400 GT, pi&ugrave; adatto a una berlina sportiva. Impianto frenante, serbatoio e sospensioni furono personalizzati appositamente.
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<h2>Ferrari 308 GTB Millechiodi</h2>

Nata dalle mani di Pininfarina nel 1977, si trattava sostanzialmente di una 308 GTB rivisitata dalla Carrozzeria torinese per conferire pi&ugrave; dinamismo e per dare l'idea della continua evoluzione che lo stile di un'auto pu&ograve; subire nel corso del tempo.
Il nome Millechiodi spiega la sua caratteristica principale, ovvero quella di avere la carrozzeria con parti non saldate tra di esse, ma rivettate. Ne deriv&ograve; una livrea caratterizzata da una lunga fila di chiodini. Spicca poi il doppio colore rosso e argento, scelto da Pininfarina per staccarsi dalla tradizione del solo rosso Ferrari. Il motore era un V8 3.0 da 250 cv.
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<h2>Ferrari F.Z. 93</h2>

F come Formula, Z come Zagato. Una supercar ispirata alle monoposto della F.1 e al look dei jet da guerra firmata dalla celebre Carrozzeria milanese. Un tripudio di sportivit&agrave; per questa concept del 1993 costruita sulla base di un altro emblema della sportivit&agrave; come la Testarossa.
Realizzata in un unico esemplare, oggi parte della collezione privata di un fortunato acquirente, aveva inizialmente una livrea bicolore rossonera, per poi virare sul solo rosso.
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<h2>Ferrari 408 4RM</h2>

La sigla non lascia scampo a dubbi: questa vettura, realizzata tra il 1987 e il 1988, &egrave; la prima Ferrari a trazione integrale di sempre. Sviluppata nelle fasi iniziali dall'ingegner Forghieri, questa berlinetta impiegava una trasmissione con un nuovo ripartitore che faceva uso di un giunto idraulico.
Ne vennero costruiti due esemplari, uno rosso con telaio interamente in acciaio e uno giallo con telaio formato da parti sia in acciaio che in alluminio. La sigla numerica nel nome richiamava la cilindrata del motore, che era di 4 litri, e il numero dei cilindri, che erano 8 a V.
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<h2>Ferrari 360 Barchetta</h2>

In questo caso, &egrave; tutta opera della stessa Ferrari. Trattasi infatti di un modello unico realizzato come dono di nozze dalla Casa di Maranello all'allora presidente Luca Cordero di Montezemolo.
Motore V8 3.0 da 400 cv, la 360 Barchetta faceva dell'eleganza e dello stile - suggeriti da Gianni Agnelli - la sua arma principale. Il colore della carrozzeria era Grigio Alloy.
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<h2>Ferrari Mythos</h2>

Una Testarossa con un look diverso. La Mythos, show car del 1989, era infatti la reinterpretazione moderna delle auto da corsa affidate da Ferrari ai gentlemen driver degli anni '60. Auto quindi con una linea minimalista, con sedili avvolgenti dalle cinture a bretella incorporate.
Come accennato, telaio, meccanica e motore (V12 5 litri da 390 cv) erano gli stessi della Testarossa.
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<h2>Ferrari GG 50</h2>

Concept del 2005, venne realizzata per celebrare i 50 anni di attivit&agrave; del noto designer Giorgetto Giugiaro. Coup&eacute; 2+2 con interni simili alla 612 Scaglietti e ispirata alle monoposto da F.1, la GG 50 aveva un potentissimo V12 5.7 da 540 cv e 315 km/h di velocit&agrave; massima. Una "chicca" era la presenza di un navigatore satellitare (non comune all'epoca), in questo caso marca Pioneer.
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<h2>Ferrari Rossa</h2>

Concept del 2000 creata da Pininfarina per festeggiare i suoi settant'anni di attivit&agrave;. Spider a due posti, venne realizzata sul telaio della 550 Maranello. Trazione posteriore, montava un V12 da 5,4 litri capace di erogare una potenza di 485 cavalli, abbinato a un cambio manuale a 6 marce.
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<h2>Ferrari Sergio</h2>

Il prototipo pi&ugrave; recente (2013-2014). Barchetta priva di tettuccio, basata sulla 458 Italia, omaggia Sergio Pininfarina, fondatore della Carrozzeria.
Realizzata in soli 6 esemplari, ognuno destinata a uno specifico collezionista, Ferrari Sergio presenta una linea aerodinamica ispirata alle supercar anni '70. Ha un V8 4.5 da 570 cv e 320 km/h di velocit&agrave; massima per un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,4 secondi. Per questo motivo, essendo una spider, per guidarla (ma anche per viaggiare) &egrave; necessario indossare casco e abbigliamento tecnico.
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La Casa di Maranello, nel corso degli anni, ha creato in collaborazione con Carrozzerie come Pininfarina, Bertone e Zagato, veri e propri prototipi e concept car pieni di soluzioni stilistiche e tecnologiche d'avanguardia, tanto da risultare spesso come supercar dall'aspetto "strano": ecco le più celebri, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e il 2013-2014

Ferrari, le più inaspettate di sempre

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