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Fiat Tipo, la modernità nella classe compatta 1988

Sono trascorsi 30 anni dal debutto della Fiat Tipo, berlina di segmento C che raccolse l'eredità della Ritmo e in 8 anni vendette oltre 1,9 milioni di esemplari. 

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

6 feb 2018 (Aggiornato alle 16:35)

Tipo, ovvero, il cavallo di battaglia Fiat nel segmento delle berline compatte. Nel 1988 come nel 2018. Trent'anni sono un compleanno da celebrare, da quel 26 gennaio di fine anni Ottanta nel quale debuttò il modello destinato a raccogliere l'eredità della Ritmo. Due serie, oltre 1,9 milioni di esemplari venduti fino al 1995, anno che segnerà il passaggio di consegne nelle mani di Bravo e Brava. Oggi inseriremmo la Fiat Tipo del 1988 tra le utilitarie, anche compatte, con quelle dimensioni che raccontavano di una lunghezza appena sotto i 4 metri (396 centimetri) e un passo da 2 metri e 54. 

Altri standard e riferimenti, allora, per corporature cresciute in 30 anni di circa 40 centimetri. Era berlina di segmento C a tutti gli effetti, un progetto modulare che diede vita a numerosi altri modelli, a cominciare dalla declinazione tre volumi Tempra e la versione Tempra station wagon. 

Raccontava una modernità all'avanguardia per il tempo, fatta di un portellone in vetroresina, leggero e sagomabile con minori vincoli rispetto ai lamierati. Uguale originalità sfoggiavano i montanti anteriori nel raccordo con il tetto, smussati, a vantaggio dei flussi aerodinamici. Per non dire della carrozzeria zincata, una prima volta su una Fiat di grande serie. La storia della Tipo è composta da due grandi capitoli, tutto sommato un orizzonte anche limitato, sviluppatosi su 8 anni. Il primo ciclo si interrompe nel 1993, quando viene introdotta la seconda serie, arriveranno i motori Euro 1, le migliorie sul fronte della sicurezza, l'irrigidimento del telaio, le barre antintrusione nelle portiere in acciaio ad alta resistenza. L'espansione dell'offerta conterà la carrozzeria tre porte accanto alla cinque porte.

Tipo seconda serie costituì il perfezionamento di un progetto nato con cinque motorizzazioni, tre proposte benzina e due Diesel. Dal FIRE 1.1 al benzina 1.4 e 1.6 litri, tutti a carburatore, fino alle proposte a gasolio 1.7 D e 1.9 TD: turbo e intercooler per raggiungere i 90 cavalli. Senza sovralimentazione, il limite erano i 65 cavalli di Tipo 1.9 D. Negli anni propose la sportività della Granturismo, le unità con iniezione elettronica – 1.4 da 69 cavalli, 1.6 i.e. Da 78 cavalli, 1.8 i.e. 8V da 108 cavalli e 16v da 136 cavalli - la futuristica strumentazione digitale di Tipo DGT, con cruscotto dedicato, sviluppto su due livelli. Allora era sufficiente proporre un contagiri e tachimetro digitali per rivoluzionare un mondo tutto analogico.

In un 1988 che resterà nei ricordi degli appassionati di motori per il primo mondiale di Ayrton Senna e la scomparsa del Drake, Enzo Ferrari, le innovazioni introdotte dalla Tipo si ritagliano un proprio spazio nella memoria. Auguri!

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